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Approvata in fretta e furia la 3a linea dell’inceneritore
Il Resto del Carlino Modena – 13/09/11
il sindaco di Modena attorniato da 7 Sindaci (su 47 Comuni!!) da il via libera alla 3.a linea di quello che sarà l’inceneritore più potente della Regione. Contro i comitati, contro tanti cittadini, contro le linee guida europee, contro il buon senso..
AUTORIZZAZIONE DEFINITIVA DA PARTE DI 7 SINDACI
Inceneritore, sì con ‘paletti’ «Emissioni monitorate»
Via libera alla terza linea, i lavori partiranno nel 2013
Nessuna sorpresa, ieri, in Conferenza dei servizi.
L’ultimo ‘sì’ alla cosiddetta terza linea dell’inceneritore – pardon, termovalorizzatore — da parte dei 7 sindaci dell’area coinvolta, tutti del centrosinistra, è arrivato.
Un timbro che ha dato il via libera definitivo all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia):
l’ultimo passo tecnico verso i lavori che tra fine 2013 e metà 2014 porteranno a regime il secondo camino dell’impianto Hera, capace di bruciare ogni anno 240mila tonnellate di rifiuti.
Ma i sindaci di Modena, Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Castelfranco, Nonantola e Soliera, come garanti della salute dei propri cittadini, rivendicano subito il loro «apporto attivo al documento, visto che non ci siamo limitati — spiega Giorgio Pighi — a sottoscrivere le considerazioni tecniche di Arpa e Ausl, ma ci siamo spesi perché venissero fissati ‘paletti’ che andassero a tutelare ulteriormente le persone e l’ambiente. Innanzitutto con l’abbassamento delle soglie limite di emissione delle sostanze inquinanti, più severe anche rispetto alle normative base vigenti. E sempre con un concetto ben chiaro in testa. Ovvero che questo impianto faccia parte di una più ampia strategia di smaltimento, che punta anche ad aumentare la differenziata, dunque il riciclo, a ridurre la produzione pro-capite di rifiuti e a chiudere prima o poi tutte le discariche. Quindi il termovalorizzatore non è l’unico strumento cui affidarsi. Ci mancherebbe».
E tra le novità più tecniche spunta l’ufficialità sul tetto ai rifiuti speciali, 30mila tonnellate annue e 28% del totale, e sulla riduzione del 50% sui flussi di massa. Oltre al ‘no’ assoluto allo smaltimento di rifiuti ospedalieri a rischio infettivo e di materiali provenienti dalle vetture dismesse. «Abbiamo ottenuto — aggiunge Alberto Borghi, sindaco di Bomporto — anche un costante monitoraggio sulle emissioni. Gli studi effettuati finora hanno poi rilevato che l’inquinamento dei termovalorizzatori di ultima generazione rientra nel ‘rumore di fondo’ prodotto dalle fonti tradizionali di inquinamento. E questo la dice lunga sull’entità dell’impatto ambientale provocato dall’impianto, comunque necessario».
«Non c’è contrasto — conclude Pighi — tra la volontà di ridurre l’indifferenziato e quella di bruciare 240mila tonnellate l’anno anziché 180mila. In un’ottica di chiusura discariche e di futura intercettazione dei rifiuti della rete Aimag, nemmeno la quantità autorizzata basterà a soddisfare tutto il Modenese. Le nuove potenzialità dell’impianto, in sinergia con le altre strategie, servono dunque tutte. Altrimenti addio autosufficienza provinciale, alla quale puntiamo. Garantiamo, ad ogni modo, che non smaltiremo mai i rifiuti di altri territori. Salvo vere e proprie emergenze. Ma chi parla di un potenziamento per far guadagnare Hera, ha davvero sbagliato strada».
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Ancora una volta il Sindaco di Castelfranco si distingue per coraggio e difesa dei cittadini…come no !
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Aggiornamento
da L’Informazione
Gli azionisti Hera decidono e i Comuni eseguono
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Aggiornamento del 05/12/11
Vicino all’inceneritore c’è un maggior rischio di parti prematuri.
A dichiararlo ieri è stato il presidente regionale dell’Ordine dei medici Giancarlo Pizza, invitato, insieme ad altri esperti alla terza commissione ambiente del Comune dedicata agli effetti dell’inceneritore sulla salute.
«Negli ultimi quattro anni – ha spiegato il dottore – sono stato membro del comitato tecnico scientifico di Moniter, che ha lavorato gratuitamente.
Questo studio ha dimostrato che i nati pre-termine aumentano significativamente man mano ci si avvicina agli impianti di incenerimento».
Lo studio, com’è stato illustrato anche dalla responsabile del servizio di sanità pubblica regionale Paola Angelini, ha preso in considerazione sia gli effetti a lungo termine, che quelli a breve termine dei termovalorizzatori.
Per misurare gli effetti a breve termine è stato preso in considerazione l’impatto sulla salute da tre mesi prima del concepimento a dodici mesi dalla nascita, mentre per quanto gli effetti a lungo termine è stata presa in considerazione l’incidenza di tumori e l’aumento della mortalità.
Per il momento, sono stati resi noti solo gli effetti a breve termine, caratterizzati appunto da un aumento dei parti prematuri.
«Ci sarebbero anche i dati sui tumori, ma dato che la commissione scientifica è ancora al lavoro mi è stato proibito di divulgarli – ha spiegato Pizza – Ma l’Ordine dei medici è già stato convocato entro Natale per discutere dei risultati che emergeranno dallo studio, che saranno resi pubblici il 2 dicembre».
Lasciando intendere che, anche su questo fronte, si preannunciano novità poco rassicuranti.
Novità che giungono come un fulmine a ciel sereno nella nostra città, dove tutti gli altri studi epidemiologici fin qui condotti hanno sempre dato esito negativo.
Gli esperti che hanno lavorato sul nostro territorio hanno sempre detto che l’inceneritore non fa male alla salute: né dei bambini, né di tutti gli altri.
Il professor Marco Vinceti dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha curato uno studio sull’impatto dell’inceneritore in termine di aborti spontanei e malformazioni e ha concluso che non vi sono differenze significative dalla media.
Allo stesso modo il professor Massimo Federico, nel presentare i dati sugli studi del registro tumore alla commissione, ha dichiarato di non aver trovato, nei cittadini che vivono nei pressi dell’inceneritore incidenze particolari.
Quello che per ora invece Moniter pare certificare, com’è stato illustrato dalla responsabile del servizio sanitario regionale Paola Angelini, è che considerando 9.950 bambini nati dal 2003 al 2006 (il totale dei nati in Regione, meno quelli nati grazie a tecniche di riproduzione assistita) e prendendo in considerazione diversi parametri (il numero di gemelli, rapporto tra sessi, i nati pre termine e il basso peso alla nascita) il trend delle nascite pre-termine passa dal livello 1 al livello 5 man mano che ci si avvicina all’inceneritore.
BOOM!
Inceneritori, la Giunta smentita
dai suoi stessi esperti
clicca qui per visualizzare l’articolo – da Modena5stelle.it
clicca qui per andare alla pagina di Moniter (monitoraggio degli inceneritori del territorio “Emilia Romagna”)
clicca qui per le valutazioni del Comitato Scientifico di Moniter