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AMIANTO NELLE SCUOLE: BUONE NOTIZIE DALLA REGIONE

IMMAGINE bonifica_amianto Evidenziando che negli ultimi due anni la Regione ha già stanziato oltre 9 milioni di euro per le aziende che hanno provveduto a rimuovere l’amianto nei luoghi di lavoro, la Giunta regionale ha approvato, ora, uno stanziamento di ulteriori 3,5 milioni di euro per comuni e province che presenteranno richiesta di rimozione amianto sugli edifici scolastici con un contributo singolo massimo di 100.000,00 euro per intervento.

Il contributo coprirà il 100% del costo sostenuto per i comuni che avranno manifestato la volontà di accedervi partecipando al bando, che si aprirà il 1° di giugno prossimo,riguardante l’assegnazione di contributi per interventi di rimozione e smaltimento amianto nelle scuole .

Tale contributo è volto a premiare i comuni e le province virtuose che hanno già provveduto o provvederanno, con l’occasione, a mappare gli edifici scolastici con presenza di amianto esistenti sul loro territorio.

Nella Delibera di Giunta regionale n. 1302 del 5 luglio 2004, che ha approvato il Progetto “Mappatura delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto”, aggiornato al 31/03/2013, sono evidenziati per il comune di Castelfranco Emilia i seguenti edifici scolastici che potranno così essere bonificati:

Palestra scuola elementare di Manzolino

Ipsaa Spallanzani di via Solimei

Ipsaa Spallanzani di Gaggio

Noi cittadini del Movimento 5 stelle confidiamo che questa sia un’ottima occasione per il nostro comune che potrà, così, mettere in sicurezza questi edifici salvaguardando la salute dei nostri figli senza sforare il patto di stabilità che tanto incide sulle scelte delle amministrazioni locali.

Movimento 5 stelle Castelfranco Emilia

 

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Aggiornamento

Durante la seduta di commissione affari istituzionali del 13/06/13 abbiamo sollecitato l’amministrazione perchè si attivasse nel più breve tempo possibile; alleghiamo la risposta pervenuta :

“Ringraziando si precisa che l’ufficio scrivente sta valutando e predisponendo la documentazione prevista nel bando stesso per la richiesta di finanziamento.”

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Vecchi arredi terremotati

 

 

Comunicato stampa

I cittadini del Movimento 5 stelle di Castelfranco comunicano la loro totale contrarietà all’iniziativa intrapresa dall’amministrazione comunale conclusasi di fatto con una donazione a favore della ns. comunità in quanto “terremotata”.
Riteniamo immorale approfittare per l’ennesima occasione dello status di “terremotati” a discapito dei comuni realmente colpiti ed addirittura sottolineandone il valore morale e civico.
Senza nulla togliere al Comitato di quartiere Branzolino che ha generosamente provveduto ad inoltrare ad un comitato genitori la donazione frutto di una raccolta fondi, ci domandiamo anche come mai lo si è saputo solo da un articolo apparso su di un quotidiano romagnolo ed in secondo luogo che senso possa avere la dichiarazione apparsa online su una testata locale che recita così:
–          Sapevamo che non era di vitale importanza acquistare banchi e sedie ma abbiamo ritenuto giusto farlo dopo la “promessa” che questi provengano da aziende limitrofe o direttamente interessate dal terremoto (tempi dei verbi utilizzati a parte ….)
Ma il sindaco che vienebanchi terremotati ritratto nella foto di gruppo non si è un po’ vergognato di far passare la sostituzione di vecchi arredi per la ricostruzione post-terremoto ?
Auspichiamo di si … dato che qui quell’articolo non è passato… ma, ormai, una più una meno, cosa volete che cambi ?
Ci chiediamo se non sia il caso di emettere un assegno dello stesso importo indebitamente ricevuto ed inviarlo ai veri terremotati.

Movimento 5 stelle Castelfranco Emilia

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Riduzione insegnanti di sostegno

 

Taglio di un insegnante su due.

 

Da Roma parte il ricorso collettivo!

 

 

Nonostante il quadro normativo nazionale e internazionale parli chiaro, le ore destinate alla formazione degli alunni disabili sono sempre meno. E’ per questo che il Coordinamento dei genitori della Capitale ha deciso di agire per vie legali per garantire anche ai bambini speciali il diritto allo studio… “speriamo che anche altre città seguano l’esempio.”

Difendere il diritto allo studio dei bambini disabili, quelli che vengono penalizzati due volte, se nelle classi non ci sono gli insegnanti di sostegno. E’ per questo che il Coordinamento scuole elementari di Roma ha deciso di lanciare una proposta di un ricorso collettivo contro la riduzione in organico di questo tipo di docenti.

Nella scuola elementare, “quella che un tempo – sottolinea Bruna Sferra, docente della scuola Principe di Piemonte di Roma – era il fiore all’occhiello della scuola pubblica italiana, preso a modello da tutta Europa”, ai bambini diversamente abili viene tolta ogni possibilità.

Un’ingiustizia inaccettabile per un gruppo di genitori, insegnanti e assistenti scolastici, che un anno fa si è organizzato nel Coordinamento scuole elementari di Roma (che rappresenta oltre sessanta scuole della Capitale). Nonostante la legge sia dalla loro parte, il diritto allo studio di questi scolari speciali è costantemente disatteso. Sia la Corte Costituzionale nella sentenza 80 del febbraio 2010 sanciva l’illegittimità di fissare un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno, sia la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata dalle Nazioni Unite, sosteneva il diritto all’istruzione e ad un percorso formativo di qualità anche per i bambini diversamente abili.

Eppure nelle scuole della Capitale la situazione è molto diversa: “Ad oggi – ricorda Domenico Montuori, direttore amministrativo della scuola Pietro Maffi e portavoce del coordinamento – il rapporto è di uno a tre (un insegnante di sostegno ogni tre studenti bisognosi) e talvolta arriva anche a uno a quattro”. I decreti, le circolari ministeriali e soprattutto la sentenza della Corte suprema prevedono però un rapporto massimo di uno a due. L’ unico modo, per i genitori di vedere riconosciuto ai propri figli questo diritto, è quello di procedere per vie legali. “Non tutti però – fa notare Bruna Sferra – hanno le possibilità o gli strumenti per farlo”. E’ per questo motivo che, dopo aver più volte presidiato davanti al ministero dell’Istruzione, il Coordinamento propone adesso un ricorso collettivo: un avvocato analizzerà ogni singolo caso, segnalato dai genitori (fino ad oggi sono circa dieci, “ma stanno aumentando”, assicura Bruna Sferra); tutti insieme confluiranno poi in un unico maxi ricorso, che sarà presentato entro gennaio 2012. “Il primo passo da compiere per i genitori, e anche quello più urgente (c’è tempo fino alla fine di dicembre) – spiega in una nota il coordinamento – è quello di richiedere, nelle segreterie delle scuole di appartenenza, l’accesso agli atti”. Il modulo è scaricabile da http://www.coselementariroma.it/  .

 In questo modo si potrà fare una sorta di visura sull’organico dei docenti di sostegno e sulla loro distribuzione. Successivamente, ciascun genitore dovrà presentare la documentazione che certifica il diritto del proprio bambino ad avere l’insegnante di sostegno per un numero necessario di ore: a seconda della gravità del deficit, al bambino viene assegnato un codice. A questo corrisponde un numero preciso delle ore di sostegno di cui necessita il bambino. Fino ad un massimo di 22 ore settimanali, quasi mai riconosciute: Milo, ad esempio, un bambino di nove anni, affetto da microcefalia vera ed epilessia, secondo la diagnosi funzionale della Asl, avrebbe bisogno della sua insegnante di sostegno per tutte le 22 ore alla settimana. “Invece – accusa Melissa, sua madre, ne ha soltanto la metà”.

Ma la mancanza di ore di sostegno ricade sull’intera comunità scolastica: questo tipo di docenti sonouna risorsa per l’intera classe. Per questo, tutti i genitori (anche quelli dei bambini cosiddetti normodotati) potranno partecipare al ricorso.

Scongiurare dunque il rischio di arrivare, cosi come avviene già in altri Paesi, ad una distinzione tra scuole per normodotati e scuole per bambini speciali. L’impressione infatti è che, con i tagli anche da parte delle amministrazioni comunali sugli Aec (Assistenti educativi culturali), cioè il personale specializzato nel seguire il bambino nella sfera dell’autonomia (igiene personale, alimentazione, ecc…), si stia andando proprio in tale direzione.
 

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Aggiornamento

 
Anche a Modena hanno iniziato la raccolta firme.

Tagliare la metà dei contratti a tempo determinato, come vuole la Legge di stabilità, per il Comune di Modena potrebbe voler dire “mettere a rischio il 52% dei servizi educativi per la fascia 0-6 anni”. Lo sostiene il Coordinamento consigli dei nidi e delle scuole dell’infanzia di Modena, che ha dato il via a una mobilitazione dei genitori per scongiurare l’effetto di questo provvedimento (sono già state raccolte 2.054 firme in cinque giorni).

A partire dal 1 gennaio, infatti, è entrato  in vigore il limite che impone a Regioni, Province, Ausl e Comuni la riduzione del 50% della quota di contratti di lavoro a tempo determinato e di collaborazione coordinata a e continuativa che possono essere attivati.

Per queste motivazioni, nelle scuole dell’infanzia e nei nidi comunali della città, è partita la raccolta firme in calce a una lettera che sarà inviata al sindaco di Modena, Giorgio Pighi, al presidente della Regione, Vasco Errani, al presidente dell’Anci Graziano Delrio, e a tutti i parlamentari modenesi.

 

 

 

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