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Ospedale: malato terminale !
Apprendiamo dal comunicato stampa del capogruppo del PD Matteo Silvestri, apparso di recente sui quotidiani locali, di un investimento di “settemilioni di Euro” per l’ospedale di Castelfranco Emilia, annunciato con estrema enfasi.
A tal proposito vorremmo riportare all’attenzione dei cittadini quanto è invece contenuto negli atti della AUSL, i quali descrivono quale sarà invece il futuro dell’ospedale di Castelfranco Emilia.
I fantomatici “settemilioni” di Euro di investimento tanto sbandierati dal PD, sono in realtà costituiti da importi già stanziati da diverso tempo: € 3.954.405,00 per i necessari lavori di adeguamento della struttura alle norme di prevenzione incendio ed € 3.504.000,00 per un hospice, previsto in precedenza nella struttura ospedaliera di Baggiovara, ed ora assegnato a Castelfranco Emilia.
L’hospice ( struttura ospedaliera con soli dieci posti letto che ospita esclusivamente malati terminali), assieme al futuro ospedale di comunità( struttura extra ospedaliera da 20 posti letto che eroga assistenza alle sole persone che non necessitano di ricovero ospedaliero o di terapie intensive e che non sono in grado di essere assistiti a domicilio a causa di inadeguate condizioni socio ambientali) sostituiranno completamente i 40 posti letto di medicina generale e di lungodegenza, andando così a decretare la fine del classico concetto di ospedale.
E non è finita qui, sempre dagli atti, si apprende che tutti i medici interni ai reparti verrano trasferiti in altre strutture sotto organico della Provincia, sostituendoli con i medici di base.
Questo è il concetto di nuova sanità di cui si vanta tanto il PD, il tutto nel più assoluto silenzio nei confronti dei cittadini, e definendo questa trasformazione una riqualificazione, usando i soliti giochi di parole volti a confondere l’opinione pubblica.
Movimento 5 Stelle Castelfranco Emilia.
Critiche al nuovo PAL
Come Movimento 5 stelle siamo fortemente critici nei confronti dell’inadeguatezza del nuovo PAL (piano attuativo locale) e dei ridimensionamenti previsti soprattutto per gli ospedali cosiddetti “di prossimità” ovvero Finale E., Castelfranco E. e Pavullo.
Stiamo parlando di ospedali all’avanguardia ma volutamente sottoutilizzati e ridotti all’ inefficienza per assecondare le politiche dei tagli alla sanità avviate sin dal 1993.
Tutto questo nell’ indifferenza dei responsabili dell’ USL e degli amministratori che si sono fin qui susseguiti. Hanno di fatto trasformato il diritto primario alle cure in un fattore secondario rispetto al contenimento della spesa pubblica.
Si parla di rivedere la missione degli ospedali: ma quale missione dovrebbero avere se non quello di fornire un servizio ospedaliero sul territorio?
E poi si parla anche di impostare una nuova “governance” e un coordinatore d’area … qualche nuova nomina sembra più importante della spesa che comporterà …
Chiediamo ai ns. amministratori di non giocare con le parole ( rete – presidio di prossimità oppure d’area – nuclei di cure primarie – Hub – PS 12 e non 24 – case della salute – hospice – day service ambulatoriale); ma di guardare alle difficoltà di chi deve raggiungere Baggiovara in situazioni di emergenza
Non risulta assolutamente chiaro perché i traumatizzati maschi adulti vengano dirottati a Baggiovara mentre così non è per donne e bambini.
Ci viene detto che non ci saranno tagli, in effetti le risorse e gli investimenti ci saranno, solo che non saranno dove si immaginano i cittadini:
Chiediamo si faccia chiarezza anche sulle criptiche definizioni dei nuovi dipartimenti “misti-interaziendali”, sui nuovi percorsi clinico-assistenziali integrati con il territorio e in collaborazione con il volontariato inoltre sullo sviluppo di nuovi programmi affidati ad un nuovo unico responsabile che coordinerà tutte le attività ospedaliere assieme al nuovo magazzino unico.
Gli ospedali dovranno poi superare l’attuale concetto di divisione per reparti e vedranno diminuirsi i posti letto chirurgici a favore di una chirurgia ambulatoriale, così come dovrà cambiare l’attuale organizzazione dei medici a favore di aggregazioni di forma associativa (per essere più vicini ai pazienti secondo le voci o per risparmiare personale secondo noi) ma con quali ricadute se poi i medici conosceranno i malati solo attraverso i dati a computer ?
Il fatto poi di chiudere i PS notturni e che i sindaci anziché ordinarne la riapertura (art. 50 e 54 Dgls 267/2000) tergiversino e lascino i giochi in mano alla USL è veramente sconfortante.
Gli investimenti invece saranno mirati principalmente all’adeguamento degli impianti, allo sviluppo di forme associative e delle Case della salute oltre che all’istituzione di un osservatorio per la rendicontazione dei risultati delle due aziende.
Chiediamo ai nostri Sindaci di ripensare le loro scelte e che si oppongano a questi disegni speculativi sul piano della salute e degli ospedali.
(Movimento 5 stelle Modena e provincia)
Salviamo l’ospedale
E’ partita la petizione per salvare l’Ospedale di Castelfranco Emilia dall’assurda “riconversione” prospettata nel prossimo PAL dai nostri Amministratori. Adesso la parola passa ai cittadini che potranno firmare la petizione presso bar, edicole, gelaterie, negozi. I commercianti, che ringraziamo con sincera ammirazione, hanno infatti aderito all’iniziativa convinti e con grande disponibilità a dimostrazione del forte legame fra il territorio e il suo Ospedale.
La petizione è promossa da un gruppo di cittadini che non si rassegnano alle decisioni prese “dall’alto” ed al conseguente declino dell’Ospedale; si chiede il mantenimento della riabilitazione cardiologica, un’ambulanza e un’auto medica, il mantenimento della riabilitazione cardiologica, un Pronto Soccorso vero e proprio, aperto cioè anche di notte e supportato da reparti potenziati ed efficienti, e non un debole surrogato come il punto di primo intervento preannunciato dai nostri Amministratori, dove i medici non sono nemmeno obbligati ad esserci, i malati rischiano di essere solo “in transito”, dirottati verso ospedali più lontani per ricevere cure adeguate. I nostri amministratori appaiono convinti, ma non molto convincenti: si chiedono se loro scelte sono condivise dai cittadini? Con questa petizione la parola passa proprio a loro, ai cittadini degni di questo nome. Forse scopriremo che non è poi così vero che sono tutti rassegnati e disillusi o sempre d’accordo per fedeltà o disinteresse generale (o interesse personale…). Forse non è sempre così e noi ci crediamo ancora, chissà se si assisterà ancora una volta a questa incredibile sorpresa: l’Italia è davvero una Repubblica Democratica dove la sovranità appartiene al popolo (Articolo 1 della Costituzione)”.
CITTADINI PER L’OSPEDALE