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Estensione cassonetti a calotta: una scelta miope e assolutamente sbagliata!
Apprendiamo dalla stampa il perfezionarsi del crono-programma relativo all’estensione su tutto il territorio del Comune di Castelfranco Emilia dei cassonetti a tessera.
Un progetto che non può che trovare la nostra più ferma resistenza e disapprovazione.
Viene difatti “spacciato” per moderno ed innovativo, ma purtroppo così non è, essendo questa modalità di raccolta già stata applicata in diversi altri comuni e realtà nel corso degli ultimi anni, ragion per cui gli effetti sono facilmente prevedibili e verificabili.
Nel corso dei primi anni di introduzione si assisterà probabilmente ad un graduale, ma contenuto, aumento della percentuale di differenziata.
A fronte di questo però, ci si troverà davanti ad un notevole incremento degli abbandoni di rifiuti, una diminuzione della qualità della differenziata data dall’inconsapevole, se non fraudolento, conferimento di materiali indifferenziati nei cassonetti della differenziata, sono infatti notevoli le difficoltà per i cittadini nell’utilizzo, soprattutto per anziani e disabili, oltre che per i frequenti problemi di funzionamento dei cassonetti stessi.
Nulla di nuovo quindi, né da inventare né da sperimentare.
Sarebbe stato sufficiente guardarsi attorno per verificare quanto già successo in altri Comuni, anche quelli tuttora gestiti da Hera, nei quali è già stata introdotta questa modalità.
L’amministrazione di Castelfranco invece, si è rifiutata di prendere come esempio, seppur da noi sollecitata più volte, modelli di eccellenza nella raccolta dei rifiuti, (per esempio quelli riconosciuti tramite il prestigioso premio “Comuni Ricicloni” di Legambiente), modelli tutti improntati sul porta a porta integrale in tutto il territorio comunale, incentrati sulla tariffa puntuale.
Esempi che hanno consentito di raggiungere notevoli percentuali di raccolta differenziata di ottima qualità, oltre l’80%, che ha dato la possibilità di rivendere il materiale (perché di materia si tratta, non di rifiuto), in maniera sempre maggiore consentendo quindi la riduzione del costo totale di raccolta e smaltimento dei rifiuti con una gradita ripercussione sulle tariffe TARI dei cittadini che, in quei comuni, sono andate così a diminuire.
A Castelfranco invece si è prodotto solamente il “finto” porta a porta nel forese, perché, vogliamo ricordarlo, il VERO porta a porta NON prevede che i bidoni vengano lasciati sempre esposti, e soprattutto i bidoni devono essere sempre ricondotti a qualcuno, mentre a Castelfranco non sono nominali: si tratta semplicemente di un modo per “distribuire” i cassonetti stradali in contenitori più piccoli.
La miopia di questa amministrazione fa sì che nel nostro comune si perseveri verso un modello di raccolta i cui costi sono ancora tutti da verificare, mai effettivamente chiari nella loro composizione, così come i dati positivi tanto sbandierati finora, che non trovano nessuna conferma nei dati ufficiali del 2015 (gli unici ufficialmente resi disponibili dal gestore anche tramite nostri atti ispettivi).
Nonostante quindi i soliti buoni intenti sbandierati circa la riduzione del totale dei rifiuti prodotti e l’incremento della differenziata, si continua a scegliere un modello già rivelatosi fallimentare e che punta dritto verso gli inceneritori. Inceneritori che, come ormai è a tutti ben noto, per continuare ad essere economicamente vantaggiosi, hanno bisogno di un continuo cospicuo afflusso di rifiuti da bruciare che provengono da una grossolana selezione di materiale differenziato raccolto senza porta a porta, che in caso contrario invece sarebbe potuto essere stato rivenduto come merce e generare profitti per i cittadini anziché risultare solo un grosso business per Hera.
Per quanto riguarda l’introduzione poi di ciò che viene indicata come tariffa puntuale, nuovamente in enorme ritardo rispetto alle eccellenze degli altri comuni ( pare che venga introdotta solo dal 2018) si mostrerà sicuramente come un incentivo per i cittadini a ridurre i conferimenti di indifferenziata, ma non sarà di certo la panacea di tutti i mali….infatti visto che ci ritroviamo a dover pagare un sempre più alto costo totale della raccolta e smaltimento dei rifiuti, questo sforzo per i cittadini più virtuosi sarà probabilmente vanificato così come l’ incentivo.
Purtroppo ci troveremo ad assistere ad un’implementazione che causerà poi serie difficoltà in futuro alle prossime amministrazioni che si troveranno a dover invertire la rotta, per poter passare ad un modello di gestione dei rifiuti veramente virtuosa, che consenta veramente di responsabilizzare i cittadini, di diminuire i rifiuti totali prodotti ed aumentare in modo significativo la qualità e quantità di differenziata consentendo così di abbassare veramente la TARI, tramite un modello di “porta a porta integrale” con tariffazione puntuale.
Incontro aperto a tutti i simpatizzanti
Lunedì 25 Novembre – ore 21,00
saletta Don Ferdinando Casagrande
(sul retro della Biblioteca)
Speciale Democrazia Diretta (Seconda Parte)
Oggi “democrazia diretta” significa che i cittadini, di propria iniziativa o sulla base di una disposizione obbligatoria stabilita dalla Costituzione, hanno il diritto di decidere direttamente su questioni politiche sostanziali tramite consultazioni popolari, cioè indipendentemente dalla volontà e dalle preferenze del Governo o del Parlamento.
La democrazia diretta conferisce ai cittadini dei poteri decisionali, cioè le procedure di democrazia diretta sono procedure intese a favorire la condivisione del potere. Questo criterio significa, in un senso più ampio, che la democrazia diretta conferisce più potere e autorità ai cittadini.
La democrazia diretta comprende tre tipi di procedura:il referendum, l’iniziativa e la proposta alternativa. Per ogni tipo di procedura si possono distinguere diverse forme, le quali a loro volta possono essere istituzionalizzate in vari modi.
La Democrazia diretta in Italia
Un esempio di forti carenze è l’Italia, Paese in cui la corte costituzionale ha legittimato meno di 67 referendum popolari su 141 richiesti con almeno 500 000 firme. Inoltre, oltre 20 referendum su 75 referendum popolari nazionali organizzati tra il 1946 e il 2008 furono ritenuti nulli a causa del mancato raggiungimento della partecipazione necessaria del 50% degli elettori registrati. Oltre a ciò, fu dimostrato che tra i milioni di nomi presenti nel registro elettorale comparivano anche quelli di persone decedute.
Simili errori minano la legittimità democratica della partecipazione diretta dei cittadini. Il sistema che prevede un numero minimo di partecipanti infatti «premia» gli astenuti piuttosto che coloro che partecipano attivamente.
Nonostante tali difetti siano noti alla maggior parte dei partiti politici italiani, essi sono sfruttati attivamente per controllare il meccanismo dei referendum popolari. Curiosamente, le riforme della democrazia diretta sono state avviate in molte regioni italiane, soprattutto al nord, dove nel 2009 gli abitanti dell’Alto Adige hanno potuto esprimersi su tre opzioni per migliorare il loro sistema in relazione alle iniziative e ai referendum. L’opzione è introdotta con la maggioranza dei voti a favore al raggiungimento del numero minimo di partecipanti del 40% +1.
Conclusioni ed azioni future
La popolazione nella maggior parte dei Paesi europei si rende conto che il processo decisionale viene esercitato con poca democrazia e ha in gran parte perso la sua fiducia nella natura democratica delle istituzioni. Comunque non si deve pensare che questo strisciante processo di perdita di fiducia possa continuare così per sempre.
Un governo che ha perso la fiducia della maggioranza dei cittadini, ha già perso di fatto la sua legittimità. Non c’è praticamente nessun paese occidentale in cui non ci sia una maggioranza del popolo (di solito larga) che non voglia la democrazia diretta. Da sondaggi d’opinione tenuti tra i politici in genere appare chiaro che la maggioranza di loro sono avversi alla democrazia diretta.
Del resto l’introduzione della democrazia diretta non è l’unica questione su cui i partiti politici cambiano per abitudine il loro punto di vista a seconda della loro posizione di potere. Lo stesso fenomeno vale per la questione della limitazione sul numero di volte che un rappresentante può conservare la stessa carica. Tra gli elettori americani circa il 75% sostengono la rieleggibilità limitata.
Come MoVimento 5 Stelle da sempre sosteniamo l’introduzione della democrazia diretta a livello nazionale.
A livello locale su Castelfranco lavoreremo per aumentare il potere del cittadino all’interno delle istituzioni attraverso questi punti principali:
– Adozione del bilancio partecipativo sulla quota degli investimenti del comune strutturato in modo simile a quello di Capannori
– Serate di partecipazione “la parola al cittadino” dove le idee più votate dalla cittadinanza dovranno essere discusse dall’amministrazione
– Modifica dello statuto comunale e del regolamento di partecipazione popolare inserendo anche i referendum PROPOSITIVI (non solo consultivi ed abrogativi), abolendo il quorum (i cittadini attivi votano e decidono) e ridiscutendo le aree nelle quali sia possibile richiedere un referendum.
– Divulgare le conoscenze sulla democrazia diretta nei banchetti, attraverso serate dedicate e contribuire alla formazione civica dei cittadini
– Implementare il senso di comunità anche attraverso altre forme di partecipazione attiva.
Speciale Democrazia Diretta (Prima Parte)
Viviamo in una democrazia incompleta, in una democrazia rappresentativa indiretta: questa però è solo una “democrazia a metà” che spesso degenera in una pura “democrazia di spettatori”. I nostri problemi non si risolvono solo con la fiducia nei politici: aspettare sempre una risposta dall’alto finisce col diventare una politica lontana dai bisogni reali dei cittadini. Il nostro obiettivo deve essere la partecipazione di tutti alle decisioni e alla democrazia.
La democrazia diretta contiene una distribuzione del potere molto più esatta; questo la rende, e non ci sorprende, altrettanto controversa quanto lo fu una volta l’introduzione del diritto generale alle votazioni ed elezioni (per tutte le donne e tutti gli uomini). Coloro che si oppongono all’ampliamento della democrazia, usano spesso argomenti – ad esempio che al Popolo mancherebbe la capacità di prendere importanti decisioni politiche – in netto contrasto con il principio democratico della sovranità popolare.
In fin dei conti la moderna democrazia diretta rappresenta un sistema nel quale la democrazia rappresentativa può divenire realmente rappresentativa.
L’iniziativa popolare costituisce, insieme al referendum, la base della democrazia diretta. Permette a una minoranza del corpo elettorale di sottoporre un determinato tema al dibattito pubblico e al voto popolare. Questi strumenti permettono ai votanti di partecipare al processo legislativo, indipendentemente dal fatto che il Governo e il Parlamento siano o no d’accordo.
Per poter valutare se la democrazia diretta incide sui risultati del processo politico, un inizio sarebbe esaminare le spese pubbliche e le entrate. Le decisioni fiscali costituiscono una parte centrale dell’azione amministrativa di molti Governi e le priorità politiche in larga misura sono previste nel bilancio. In un’inchiesta effettuata in 132 città svizzere nel 1990, gli autori applicarono i risultati delle loro ricerche, pertinenti al referendum obbligatorio, sui deficit di bilancio. Nelle città in cui il deficit di bilancio deve essere approvato dai cittadini, le spese e le entrate sono, in media, più basse del 20%, mentre il debito pubblico è più basso del 30%.
L’uso razionale ed efficiente del denaro pubblico sotto diversi aspetti istituzionali può essere esaminato per ogni singolo bene pubblico. Uno studio accurato sulla raccolta dei rifiuti urbani (Pommerehne 1990) ha rilevato che questo servizio è stato realizzato a costi bassissimi in città svizzere che hanno ampliato i diritti di partecipazione democratici diretti e assunto a tale scopo compagnie private. Se una tale prestazione viene fornita dalle municipalità stesse anziché da una compagnia privata, i costi sono più alti del 10%. L’efficienza vien meno del 20% in città a democrazia meramente rappresentativa (paragonate a quelle democratiche dirette). I costi medi della raccolta dei rifiuti urbani sono più alti in città che prevedono soltanto un processo decisionale meramente rappresentativo, come nel caso della raccolta organizzata pubblicamente (più costosa del 30% che nei casi più efficienti).
Referendum … è partecipazione !
Il comitato Quorum Zero Castelfranco Emilia ringrazia il capogruppo del PD Devid Ghermandi per aver portato all’attenzione dei cittadini la nostra iniziativa e coglie l’occasione per esplicitare i principi fondamentali del referendum, strumento fondamentale di democrazia diretta dei moderni stati di diritto che permette di sottoporre ad altri concittadini proprie richieste su fatti rilevanti che coinvolgono la vita della comunità come da art. 15 dello Statuto comunale. Purtroppo questo strumento dalle grandi potenzialità è stato limitato, dalla nostra amministrazione, mediante l’obbligo del raggiungimento del quorum del 50% +1 degli aventi diritto, affinché la consultazione sia valida.
Approfondendo la questione si scopre che, in realtà, la presenza del quorum diminuisce la partecipazione: infatti, chi si oppone al referendum, sa che si vince molto più facilmente boicottandolo invitando i cittadini a non firmare, come ha fatto Ghermandi o, successivamente, invitando tutti al NON VOTO, piuttosto che esprimendo le proprie ragioni.
Più in generale, chi fa boicottaggio non fa campagna elettorale, non affigge manifesti, non partecipa alle serate pubbliche, non si fa intervistare sull’argomento e fa tutto il possibile perché non si parli del referendum. Infatti meno se ne parla e meno i cittadini andranno a votare.
L’assenza del quorum implica che i cittadini siano maggiormente sensibilizzati e motivati ad informarsi e a partecipare alle decisioni che li riguardano, al contrario di quanto avviene attualmente, in cui ogni responsabilità di scelta si demanda a chi viene eletto ogni 5 anni.
Riteniamo che il consiglio comunale potrebbe semplicemente avvalersi della facoltà di modificare Statuto e Regolamento, risparmiando, così, molte migliaia di euro, come già avvenuto in altri comuni italiani nei quali è già attiva l’iniziativa “Quorum Zero”.
Il comitato quorum zero Castelfranco Emilia ritiene che tale iniziativa sia di fondamentale importanza per la democrazia e per il bene della nostra comunità, non una mera operazione di visibilità e propaganda. Evitiamo di commentare il riferimento al futuro governo della città, lasciando che siano i cittadini a decidere a tempo debito.
La raccolta firme inizierà il 29 marzo presso l’ufficio elettorale o presso i nostri banchetti nei fine settimana fino alla metà di maggio 2013.
Antonella Franchini
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Quorum zero e più democrazia
Dal 02/04/2012 al 17/07/2012 nel Comune di Castelfranco Emilia, presso l’ufficio “protocollo” del Municipio – Piazza della Vittoria n. 8, i residenti potranno recarsi per sottoscrivere l’Iniziativa nei seguenti orari:
dal lunedi al sabato dalle 8:30 alle 12:30
giovedì pomeriggio dalle 14:30 alle 17:00;
(primo piano, dopo il banco informazioni, seconda porta a destra)
A Castelfranco parte la raccolta firme per “Quorum zero”
Iniziativa denominata “Quorum zero e più democrazia” per presentare una proposta di Legge Popolare, depositata dall’omonimo comitato (composto dai 4 portavoce: Paolo Michelotto, Dario Rinco, Gianni Ceri e Enrico Pistelli).
La campagna di raccolta firme necessarie per la presentazione della proposta di legge (50.000), prende così il via anche a Castelfranco come in altre città d’Italia e terminerà a luglio.
Scopo dell’iniziativa è la presentazione alle Camere di una proposta di legge volta ad abolire il quorum del 50%+ 1 attualmente necessario per la validità dei referendum.
In tal modo quando in futuro venissero presentati nuovi referendum popolari, con risultato favorevole o meno, qualora la legge venisse discussa e approvata dalle Camere, l’esito dei referendum stessi, sarebbe comunque valido indipendentemente dal numero dei votanti.
Questo costituirebbe un importantissimo strumento di democrazia diretta che avvicinerebbe il nostro paese al modello svizzero.
Per informazioni maggiori:
http://www.quorumzeropiudemocrazia.it/
L’iniziativa è naturalmente aperta all’adesione di altri attori della società civile, comitati, associazioni che volessero partecipare alla promozione della campagna ed a tutti i cittadini che volessero contribuire, indipendentemente dal contesto politico di appartenenza.
Per info scrivere a antofranchini@hotmail.com
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Nasce il Comitato “QUORUM ZERO CASTELFRANCO EMILIA”
Si e’ costituito il 05/11/12 a Castelfranco Emilia il comitato “QUORUM ZERO CASTELFRANCO EMILIA” a sostegno del Referendum consultivo a favore della modifica del regolamento Comunale cittadino per i Referendum consultivi ”, sostituendo quanto indicato all’art.. 53 COMMA 2a .con la seguente dicitura:
“Alla verifica del numero totale di cittadini che hanno partecipato al voto la proposta soggetta al referendum è approvata se ha ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi”.
Il Comitato è costituito da persone al di fuori di ogni rappresentanza eletta, partito, movimento politico e/o lista civica presente, per sensibilizzare i cittadini ignari e le amministrazioni inadempienti, riguardo alla Democrazia Diretta, forma complementare e indispensabile della Democrazia Rappresentativa, per ottenere la vera Democrazia (sovranità popolare) come stabilità dall’art. 1 della Costituzione italiana (legge fondamentale dello Stato Italiano- art. XVIII disp. trans. e finali):
La Democrazia è Sovranità che appartiene al Popolo (art. 1 Cost.)… che la esercita nelle forme stabilite dalla stessa.
Il Comitato fa appello a tutti per partecipare attivamente a questa battaglia di valore generale a difesa della democrazia, della libertà e dei diritti dei cittadini.
Antonella Franchini –Comitato Quorum Zero Castelfranco Emilia