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TARI 2017: LE OPPOSIZIONI ABBANDONANO IL CONSIGLIO COMUNALE

cassonetti-San-NicolaOpposizione infuriata a Castelfranco Emilia durante il consiglio comunale del 30 marzo u.s.: tutti i gruppi consigliari, tranne il PD, escono dall’aula rifiutandosi di approvare le nuove tariffe Tari.

Il M5S aveva infatti presentato una questione pregiudiziale a causa del mancato rispetto, nel piano finanziario sul quale si basano le tariffe, dei criteri previsti dalla legge (DPR nr. 158 del 27 aprile 1999).

Solo il PD, a testa bassa e compatto, decide di ignorare volutamente i pesanti vizi di illegittimità degli atti, mettendo tra l’altro a grave rischio il comune nel caso qualcuno decidesse di ricorrere al TAR contro la delibera che aumenta le tariffe.

Infatti, alla luce delle recenti sentenze del Tar del Lazio (sentenza 1/2017) e del TAR di Lecce (sentenza 352/217), l’approvazione del Piano Finanziario incompleto, come avvenuto per il comune di Castelfranco Emilia, determina l’annullabilità della delibera con tutte le conseguenze del caso.

Questo il motivo per cui il MoVimento 5 Stelle, seguito da tutte le altre forze di opposizione, ha deciso di uscire dall’aula consigliare e di non votare per non rendersi partecipi e complici di una votazione manifestamente illegittima (a sostegno di assessore e sindaco che non hanno voluto sentire nessuna ragione al contrario di quanto hanno invece fatto in altre città dove, a causa di questa mancanza di trasparenza di Hera, ci si è opposti”).

In ogni caso il voto del m5s sarebbe stato contrario, in previsione di un aumento del costo del servizio per più di centomila euro, aumento che si tradurrà in un rincaro delle tariffe per le utenze non domestiche (imprese, commercianti, artigiani) a fronte solo di un lievissimo calo per alcune utenze domestiche, dato solo dalla riduzione dello sconto per i non serviti (che non hanno il cassonetto stradale presso cui conferire) e dall’eliminazione dello sconto per chi abita nelle aree precedentemente sperimentali.timthumb.php

Continueranno inoltre ad essere inclusi, tra i costi a carico degli utenti Tari, centinaia di migliaia di euro a copertura degli insoluti degli anni scorsi che comunque, come in passato, sono già coperti dal Bilancio Comunale e quindi dalla cittadinanza tutta (gli utenti Tari pagheranno quindi 2 volte) e questo a causa di una mancata e seria lotta all’evasione da parte dell’attuale amministrazione, che potrebbe recuperare risorse quantificabili in circa mezzo milione di euro, senza far pesare sempre sui cittadini onesti i comportamenti degli evasori.

E a proposito di costi da ripartire sui cittadini ovviamente non possiamo che continuare a dichiararci assolutamente contrari al nuovo metodo di raccolta introdotto dall’amministrazione, ovvero i cassonetti a calotta che si traducono in un incremento di costo importante (si parla di circa 170.000 euro) da spalmarsi su quattro anni, che non riesce nemmeno ad essere coperto dai ricavi di una differenziata, teoricamente in aumento, che dovrebbe generare profitto ed invece non ci riesce.

E’ un sistema che abbiamo già denunciato fallimentare, come già lo è stato in altri territori dove è stato introdotto, che non consente un controllo della qualità della differenziata, che provoca disagi ai cittadini per i malfunzionamenti dei cassonetti e che inoltre costituisce un ricettacolo per gli abbandoni senza contare la poca igiene che procura un sistema che costringe a toccare con le mani i cassonetti dei rifiuti con conseguente rischio di contaminazione e diffusione batteri.”

tari_1217Partendo dal presupposto che è necessario fare la raccolta differenziata, come gruppo consigliare abbiamo ripetutamente suggerito all’amministrazione il sistema porta a porta integrale su tutto il territorio, prendendo spunto e copiando le buone pratiche dei Comuni che hanno le performance migliori in termini di percentuale di differenziata in quanto tutto ciò si traduce anche in un calo dei costi per tutti i cittadini, ma anche stavolta siamo rimasti inascoltati, per non dire ignorati.

Il porta a porta integrale è’ certamente Il sistema migliore, dati alla mano, per arrivare ad una decisa diminuzione della produzione di rifiuti e ad un incremento notevole della differenziata attraverso il miglioramento della qualità del materiale da rivendere, il tutto grazie ad una maggiore responsabilizzazione dei singoli cittadini oltre che alla possibilità di controlli puntuali sui singoli conferimenti, strada invece impraticabile con il sistema attuale.

Purtroppo però ci siamo dovuti ancora scontrare con un’amministrazione che a parole dice di perseguire i nostri stessi obiettivi ambientali e di interesse per la cittadinanza, ma che nella pratica invece continua con scelte che non fanno altro che alimentare il modello industriale di incenerimento del gestore Hera, con ripercussioni sulle tasche e sulla salute dei cittadini.

Ma ne riparleremo più avanti sicuramente, quando tutti potranno verificare l’efficacia di certe scelte miopi.

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Estensione cassonetti a calotta: una scelta miope e assolutamente sbagliata!

cassonetti-San-NicolaApprendiamo dalla stampa il perfezionarsi del crono-programma relativo all’estensione su tutto il territorio del Comune di Castelfranco Emilia dei cassonetti a tessera.

Un progetto che non può che trovare la nostra più ferma resistenza e disapprovazione.

Viene difatti “spacciato” per moderno ed innovativo, ma purtroppo così non è, essendo questa modalità di raccolta già stata applicata in diversi altri comuni e realtà nel corso degli ultimi anni, ragion per cui gli effetti sono facilmente prevedibili e verificabili.

Nel corso dei primi anni di introduzione si assisterà probabilmente ad un graduale, ma contenuto, aumento della percentuale di differenziata.

A fronte di questo però, ci si troverà davanti ad un notevole incremento degli abbandoni di rifiuti, una diminuzione della qualità della differenziata data dall’inconsapevole, se non fraudolento, conferimento di materiali indifferenziati nei cassonetti della differenziata, sono infatti notevoli le difficoltà per i cittadini nell’utilizzo, soprattutto per anziani e disabili, oltre che per i frequenti problemi di funzionamento dei cassonetti stessi.

Nulla di nuovo quindi, né da inventare né da sperimentare.

Sarebbe stato sufficiente guardarsi attorno per verificare quanto già successo in altri Comuni, anche quelli tuttora gestiti da Hera, nei quali è già stata introdotta questa modalità.

L’amministrazione di Castelfranco invece, si è rifiutata di prendere come esempio, seppur da noi sollecitata più volte, modelli di eccellenza nella raccolta dei rifiuti, (per esempio quelli riconosciuti tramite il prestigioso premio “Comuni Ricicloni” di Legambiente), modelli tutti improntati sul porta a porta integrale in tutto il territorio comunale, incentrati sulla tariffa puntuale.

Esempi che hanno consentito di raggiungere notevoli percentuali di raccolta differenziata di ottima qualità, oltre l’80%, che ha dato la possibilità di rivendere il materiale (perché di materia si tratta, non di rifiuto), in maniera sempre maggiore consentendo quindi la riduzione del costo totale di raccolta e smaltimento dei rifiuti con una gradita ripercussione sulle tariffe TARI dei cittadini che, in quei comuni, sono andate così a diminuire.

A Castelfranco invece si è prodotto solamente il “finto” porta a porta nel forese, perché, vogliamo ricordarlo, il VERO porta a porta NON prevede che i bidoni vengano lasciati sempre esposti, e soprattutto i bidoni devono essere sempre ricondotti a qualcuno, mentre a Castelfranco non sono nominali: si tratta semplicemente di un modo per “distribuire” i cassonetti stradali in contenitori più piccoli.

La miopia di questa amministrazione fa sì che nel nostro comune si perseveri verso un modello di raccolta i cui costi sono ancora tutti da verificare, mai effettivamente chiari nella loro composizione, così come i dati positivi tanto sbandierati finora, che non trovano nessuna conferma nei dati ufficiali del 2015 (gli unici ufficialmente resi disponibili dal gestore anche tramite nostri atti ispettivi).

Nonostante quindi i soliti buoni intenti sbandierati circa la riduzione del totale dei rifiuti prodotti e l’incremento della differenziata, si continua a scegliere un modello già rivelatosi fallimentare e che punta dritto verso gli inceneritori. Inceneritori che, come ormai è a tutti ben noto, per continuare ad essere economicamente vantaggiosi, hanno bisogno di un continuo cospicuo afflusso di rifiuti da bruciare che provengono da una grossolana selezione di materiale differenziato raccolto senza porta a porta, che in caso contrario invece sarebbe potuto essere stato rivenduto come merce e generare profitti per i cittadini anziché risultare solo un grosso business per Hera.

Per quanto riguarda l’introduzione poi di ciò che viene indicata come tariffa puntuale, nuovamente in enorme ritardo rispetto alle eccellenze degli altri comuni ( pare che venga introdotta solo dal 2018) si mostrerà sicuramente come un incentivo per i cittadini a ridurre i conferimenti di indifferenziata, ma non sarà di certo la panacea di tutti i mali….infatti visto che ci ritroviamo a dover pagare un sempre più alto costo totale della raccolta e smaltimento dei rifiuti, questo sforzo per i cittadini più virtuosi sarà probabilmente vanificato così come l’ incentivo.

Purtroppo ci troveremo ad assistere ad un’implementazione che causerà poi serie difficoltà in futuro alle prossime amministrazioni che si troveranno a dover invertire la rotta, per poter passare ad un modello di gestione dei rifiuti veramente virtuosa, che consenta veramente di responsabilizzare i cittadini, di diminuire i rifiuti totali prodotti ed aumentare in modo significativo la qualità e quantità di differenziata consentendo così di abbassare veramente la TARI, tramite un modello di “porta a porta integrale” con tariffazione puntuale.

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CAVE: Il Movimento 5 stelle Castelfranco dice NO alle lacrime di coccodrillo

lacrime-di-coccodrillo
Le dichiarazioni delle associazioni ANCE MODENA ( associazione nazionale costruttori edili) e ANIEM ( associazione nazionale imprese edili) a difesa di cavatori e cave sono inaccettabili.

Questo è quello che dicono le due associazioni:”Il Comune di Castelfranco ha redatto e imposto, unilateralmente, un accordo, o meglio un “non accordo”, che  prevede a carico delle imprese oneri compensativi troppo elevati e non compatibili con l’attuale situazione economica del settore e delle relative imprese”. “Oltre a incassare gli oneri previsti dalla legge regionale (recentemente incrementati del 20%), occorre che Castelfranco riduca i gravosi oneri compensativi e soprattutto le opere correlate richiesti, rendendoli sostenibili per le imprese”..

Quindi e’ giusto che l’ amministrazione comunale di Castelfranco, si chiede il MoVimento, dia il via ai cavatori, regalandogli il nostro territorio, deturpando aree agricole, guadagnando in cambio promesse di rotonde e falde inquinate?

MA STIAMO IMPAZZENDO? In Emilia Romagna i canoni di concessione versati dalle aziende specializzate nell’estrazione di ghiaia alla Regione oscillavano tra i 46 centesimi e i 57 centesimi al metro cubo; ora la giunta Emiliana-Romagnola ha autorizzato un aumento del canone che passerà da 0,57 a ben 0,70 euro al metro cubo con effetto dal 2014: questo francamente sa di burla ! Addirittura per le concessioni precedenti si procederà ad un’applicazione progressiva dell’aggiornamento delle tariffe tra il 2014 e il 2016; in questi casi oltre al canone già in vigore dovrà essere corrisposta una maggiorazione pari ogni anno ad un terzo della quota d’aumento, fino al raggiungimento della nuova tariffa.

Tariffe tra l’altro che erano invariate dal lontano 1992!

Basti pensare che, secondo una ricerca di Legambiente del 2011, in Italia l’estrazione della ghiaia è un business a nove zeri. Se ogni anno alle regioni arrivano in tutto circa 36 milioni di euro dagli oneri di cava, le ditte guadagnano dalla vendita del materiale estratto (che serve per produrre cemento e calcestruzzo, ingredienti base per costruire case e strade) quasi trenta volte tanto, ossia 1 miliardo e 115 milioni di euro. In questo contesto, l’Emilia Romagna, con le sue 296 cave attive, è la prima regione per quantità di argilla estratta: più di 1,2 milioni di metri cubi, su un totale di 8,4 milioni.

Ma il colmo  è che sarebbero addirittura i cavatori a preventivare ed a eseguire i lavori di ripristino e le opere urbanistiche, spesso di sola utilità viaria per i cavatori stessi, con il rischio di capitolati gonfiati a discapito di noi cittadini.

A tal proposito Andrea Defranceschi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, aggiunge  “Forse c’è il timore di andare a danneggiare gli interessi di alcune aziende, che anni fa hanno finanziato l’ascesa politica di alcuni esponenti del Pd in Regione”. Il riferimento è alla ditta Frantoio Fondovalle di Modena. Nel 2000, secondo De Franceschi, l’azienda modenese contribuì alla campagna elettorale dell’attuale assessore alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli. “Dopo aver fatto il piano delle attività estrattive, quando lavorava alla Provincia di Modena, si è visto finanziare la campagna elettorale per entrare in Regione” e ora, guarda caso è neo candidato a Sindaco di Modena.

Noi del MoVimento 5 stelle siamo per la salvaguardia dell’ambiente, pensando al territorio che lasceremo in eredità ai nostri figli. Abbiamo l’obbligo di tutelare un paesaggio agricolo tra i più fertili d’Italia, spesso anche zona di ricarica delle falde acquifere, soprattutto alla luce della difficile situazione socio economica in cui versa il paese e che ha causato la stagnazione del mercato degli immobili e quindi la richiesta di materiali edili , come la ghiaia, non più necessari.

STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO!

MOVIMENTO 5 STELLE – CASTELFRANCO EMILIA.

 

 

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NO AL NUOVO POC – LA GRANDE FOLLIA

COOP C.FRANCO

 

LA GRANDE FOLLIA

Dopo “ La Grande Abbuffata “, “ La Grande Bellezza “ ora va in scena a Castelfranco Emilia “ La Grande Follia “ !

Parliamo ovviamente del centro commerciale Le Magnolie di Coop Estense e del faraonico progetto di ampliamento strutturale con conseguente, inutile, cementificazione.

Il  5/2/2010 la Coop Estense e la Parrocchia di Santa Maria Assunta hanno presentato un P.U.A. (Piano Urbanistico Attuativo) di iniziativa privata poi integrato in data 6.7.2010 .

In poche parole: il raddoppio (quasi) della struttura commerciale esistente, sparisce il tanto amato campo della Virtus e si può felicemente (si fa per dire) dire addio alla spesa nel negozio sotto i portici, ai tuoi amici negozianti e alla storia di un paese di confine.

Nel piano sono previsti altri 1.640 metri quadri di superficie commerciale, oltre all’impegno di realizzare un parcheggio multipiano fuori terra e una passerella ciclo-pedonale sul canale Muzza.

Secondo i pareri di Provincia e di Arpa, a suo tempo, non ci furono motivi per negare l’autorizzazione all’ampliamento commerciale.

Noi del Movimento 5 Stelle siamo contrari a questo scempio e soprattutto contrari ad una amministrazione che prende in giro i cittadini, le associazioni del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura agevolando la grande distribuzione e di partito. L’amministrazione comunale non ha per niente considerato i dati del 2012, quando Confesercenti rese noto della chiusura di ben 20 esercizi del piccolo commercio nel centro storico a causa della crisi economica  e del seguente calo dei consumi  e, aggiungiamo noi, dell’incapacità della macchina comunale per effettuare una programmazione di sviluppo, commercio e lavoro. La liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura  (Domenica e festivi ) poi è stata unicamente a favore della grande distribuzione. Speravamo che  la crisi di questi ultimi anni e le saracinesche con le vetrine chiuse della galleria avessero scoraggiato i vertici di Coop Estense, ma a quanto pare non è cosi’. Pochi giorni fa la Provincia acconsente alla realizzazione del progetto ed è  dunque il penultimo passo per il via definitivo all’ampiamento. La delibera passerà ora in consiglio, dove la giunta comunale e il nostro amato Sindaco potrebbero FERMARE il MEGA – PROGETTO, a causa delle condizioni in questi anni di crisi notevolmente cambiate,  potrebbero RINEGOZIARE i criteri per l’approvazione delPoc (piano operativo comunale). Il Sindaco Reggianini potrebbe cambiare marcia in vista della fine del proprio  mandato e cambiare finalmente lo squallido sistema di aiutare sempre gli amici degli amici….. ma siamo convinti che tra il potere e il volere ci sia un enorme differenza.

I cittadini di Castelfranco sono il sangue che alimenta il cuore pulsante di una Amministrazione che dovrebbe battere forte come quello di centinaia di ragazzi  che giocano e hanno giocato nel nostro campetto della Virtus e a loro bisognerebbe pensare, non alle alleanze tra poteri.

Il Movimento 5 Stelle Castelfranco Emilia in questi giorni sta lavorando alla organizzazione di molti eventi, tra cui la PRESENTAZIONE DELLA LISTA PER LE AMMINISTATIVE DI MAGGIO 2014 (29 marzo), , già da oggi, si attiverà con tutti i mezzi a sua disposizione,  promuovendo, prima di tutto, una petizione con raccolta firme per FERMARE LA GIUNTA e dire NO all’approvazione del nuovoPOC.

 

MOVIMENTO 5 STELLE – Castelfranco Emilia ,    li19/03/2014

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Modena al Cubo

Proiezione del documentario inchiesta sull’edilizia modenese “Modena al cubo”

Martedì 13/12/11  ore 21.00

Sala Curie – Villaggio Giardino – Modena

 

 

 

 

Modena³ (Modena al cubo) è un documentario inchiesta sulla questione urbanistica modenese che da qualche anno è al centro di accese polemiche. Partendo dal documento Modena Futura, scritto dall’assessore Daniele Sitta, comincia un viaggio tra i cantieri e i palazzi della città, toccando tutti i nervi scoperti di questa vicenda e andando ad indagare le relazioni tra Pubblica Amministrazione e i cosiddetti “poteri forti”. (qui il sito)

 

 

 

 

 

 

clicca su link a Youtube

 

clicca su Gazzetta di Modena del 10/09/11  con le considerazioni del regista.

 

clicca su Il fatto Quotidiano del 13/10/11

 

clicca qui per l’ Intervista ad Emilio Salemme – Presidente della Consulta Ambientale di Modena

 

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Aggiornamento del 26/03/2012 da Modenatoday.it

 

Modena³, Veronesi: “Pighi ha querelato su un sentito dire”

“Alla prima del 9 ottobre scorso Pighi era assente, quindi qualcuno gli ha riferito in modo errato un refuso contenuto nel documentario”. Così Gabriele Veronesi, il giornalista documentarista querelato nei giorni scorsi a titolo personale dal Sindaco di Modena Giorgio Pighi per un passaggio ritenuto “diffamatorio” nella pellicola Modena³. “Pighi ha fatto querela su un sentito dire”, ha aggiunto il giornalista. Stando a quanto raccontato dallo stesso Veronesi e dai suoi legali, gli avvocati Mario Marchiò e Gianluca Scalera, il passaggio incriminato è stato il risultato di un errore di ricostruzione da parte dello stesso giornalista che, tra l’altro, resosi conto dell’inesattezza pronunciata, il giorno successivo alla prima ha provveduto a rimuovere il segmento.

SCAMBIO DI PERSONA? NO, COOPERATIVA – Per un refuso, riportato da una telefonata effettuata da un soggetto non meglio precisato allo stesso Veronesi, nel documentario proiettato al “Teatro Tempio” si è verificato a tutti gli effetti uno “scambio di cooperative”. Nel passaggio incriminato, Veronesi ha lasciato intendere che Pighi, all’epoca di Tangentopoli, avesse difeso in un processo per corruzione la cooperativa Cmb. Ma l’errore, molto più sottile, è il seguente: nel video veniva spiegato come Pighi avesse assistito William Braga (vero), e che quest’ultimo fosse il presidente della Cmb (falso). Braga, invece, era presidente della Cooperativa muratori di Mirandola, anch’essa coinvolta in un processo, e difesa (questa sì) da Pighi. “Qui – ha chiarito Veronesi – non si tratta di falsità senza fondamento come detto da Pighi, ma di un errore di ricostruzione che, il giorno dopo la proiezione, ho provveduto a rimuovere”.

SMENTITE INCROCIATE – “Contestualmente alle smentite da parte di Cmb Carpi e del Sindaco giunte l’11 ottobre – ha aggiunto Veronesi – mi sono limitato a riferire mezzo stampa che Braga, nelle vicende sopra riportate, aveva quale difensore di fiducia Giorgio Pighi“. Per Veronesi, la smentita fatta dal presidente Cmb Carlo Zini è vera solo in parte: “Sì, è vero che il legale rappresentante della cooperativa all’epoca, Cesare Rinaldi, venne assolto con formula piena su richiesta del pool, ma è altrettanto vero che altri manager della Cmb chiesero e ottennero il patteggiamento della pena (caso delle metropolitane milanesi)”. In conclusione, vero che Pighi ha difeso la Coop Muratori e non la Cmb e “questo – come ha detto l’avv. Marchiò – non ci sembra un fatto offensivo. Non sono stati fatti commenti dietrologici o insinuazioni di alcun tipo, ma si trattava di un riferimento alle cooperative il cui intervento massiccio in sede di edilizia modenese era il tema principale del film”.

MISTERO SMARRIMENTO – “La vicenda ha assunto toni molto inquietanti – ha sottolineato l’avvocato Marchiò – Abbiamo paura che la denuncia nasca dal nulla. Siamo convinti – ha concluso il legale – che la cosa sfumerà, gli estremi del reato secondo me non ci sono”. Giorgio Pighi ha presentato denuncia al Tribunale di Mantova e ha chiesto il sequestro del “file informatico” proiettato al Teatro Tempio: ma, misteriosamente, questo filmato è scomparso. “Nel marasma generale della prima – ha spiegato il giornalista – fra la distribuzione di volantini e altro materiale per la promozione del documentario, è andato smarrito il dvd utilizzato per la proiezione. A nostra disposizione, c’è il brogliaccio (il testo enunciato dal narratore durante il documentario)”. Veronesi non vuole certo passare per uno che occulta le prove: “Chiaramente la cosa va anche a mio svantaggio, ho un elemento in meno a mia difesa.

 

 PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ 

Alla conferenza stampa organizzata da Veronesi e dai suoi legali, hanno preso parte amici del giornalista ed esponenti dell’Idv e del Movimento 5 Stelle, in testa Gabriele Grotti, promotore dell’iniziativa di solidarietà sul web “Siamo tutti Gabriele Veronesi”. Lo stesso giornalista si è detto rincuorato per questa mobilitazione: Ho visto cosa sta succedendo su Facebook  e la cosa mi ha fatto piacere – ha riferito Veronesi – Questa solidarità la rigiro ai giornalisti, soprattutto precari, che costantemente si ritrovano in queste situazioni non ricevendo questo clamore e questa visibilità”. Ad oggi, Veronesi non ha ricevuto sostegno e solidarietà da alcun organo di rappresentanza dei giornalisti.

 

 

 

 

 

 

 

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Allarme amianto

 

 

Censimento ?

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LE NOSTRE STELLE E GLI OBIETTIVI

 

 

Rifiuti

Di seguito i passi da seguire per attuare una politica di rifiuri zero nel proprio Comune:

–  piani di riduzione rifiuti, come il progetto europeo “Meno 100 kg pro capite” con prodotti alla spina, dematerializzazione, pannolini lavabili, acqua del rubinetto,compostaggio domestico, etc.

– accordi con imprese e grande distribuzione per creare sistemi di vuoto a rendere. Fare pressione sui livelli istituzionali superiori affinché si tassi il doppio-triplo imballaggio;
– Aprire “Negozi del riciclo” ) in ogni Comune dove i cittadini possono consegnare e vendere bottiglie di plastica e vetro, lattine, carta ricevendo in cambio bonus denaro. Il valore educativo di questi negozi è fondamentale per far capire che nulla va sprecato;
– per famiglie ed imprese, passare alla raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale tramite microchip (più ricicli meno paghi). Il porta a porta oltre a permettere di arrivare ad elevate percentuali di raccolta differenziata in pochi mesi (dal 65% all’85%) ha come pregio di spingere ad una riduzione dei rifiuti (cifra variabile tra il -10% e -20% di rifiuti prodotti);
– raccolta differenziata in tutte le scuole (classe per classe) come approvato a Treviso su idea del consigliere comunale David Borrelli (Grillitreviso) , Università, centri sportivi, cinema, parrocchie, luoghi di lavoro in modo da educare il cittadino in ogni aspetto della vita quotidiana;
– realizzazione di isole ecologiche per rifiuti ingombranti e speciali/industriali. Una per quartiere/zona industriale e possibilmente una per Comune nei Comuni tra i 10.000 e 20.000 abitanti. Isole ecologiche di intercomunali per i piccoli Comuni;
– costruzione impianti di digestione anaerobica e compostaggio con produzione di biogas-metano. I rifiuti organici e reflui agricoli prima di diventare fertilizzante naturale per i campi contribuiscono al recupero energetico producendo biogas-metano che può essere utilizzato anche per il trasporto pubblico locale (modello Linkoping, Svezia);
– costruzione di moderni centri riciclo modello “Vedelago” dove anche gli scarti residui non riciclabili (in primis quelli plastici-cartacei) appositamente selezionati sia meccanicamente che manualmente possono essere poi trattati tramite “estrusione” e trasformati in composti per l’industria del riciclo plastico o sabbie sintetiche per l’edilizia (evitando scavi in cave);
– costruzione di impianti di trattamento meccanico-biologico per la parte residua con bioessicazione della parte organica e loro integrazione con i centri riciclo modello “Vedelago”. Questi impianti possono costare il 75% in meno di un inceneritore e non inficiano la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti. Alcuni modelli di TMB (come l’israeliano Bioarrow) permettono anche la creazione di biogas con la parte degli scarti organici non intercettati dalla raccolta differenziata;
-creazione di un apposito Centro Studi (uno per provincia) in collegamento con le imprese locali e le università (con creazione di corsi di eco-design) per studiare quanto selezionato e non ancora riciclato in modo che nei cicli produttivi delle aziende vengano gradualmente sostituiti tutti i materiali e oggetti non riutlizzabili, riciclabili o comportabili;
– per i rifiuti industriali piu’ problematici e che non possono essere trattati diversamente a “freddo”, prendere in considerazione le tecniche di oxy-combustione senza fiamma- recuperare plastica, vetro,alluminio dalle vecchie discariche chiuse (landfill mining);
– chiusura entro i prossimi 15 anni di tutte le discariche ed inceneritori”.

 

 

LA PRODUZIONE TERMOELETTRICA

Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38 per cento. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60 per cento. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97 per cento. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sull’Ambiente, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili:
– potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
– incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi
– estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di microcogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
– incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla microcogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai chilowattora riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
– applicazione della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano
– eliminazione degli incentivi previsti dal Cip 6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
– legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a questo
– incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
– incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

 

 

IL RISCALDAMENTO DEGLI AMBIENTI

Se fosse applicata la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile l’anno. In realtà se ne consumano di più.Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio al metro quadrato calpestabile l’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento di ambienti. La metà del consumo medio italiano. Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, al metro quadrato l’anno. Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 deve articolarsi nei seguenti punti:
– applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici;
– definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti;
– riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziarie per gli inadempienti;
– agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazione energetica col metodo “ESCO” (Energy ServiceCOmpany), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico;
– elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei;

 

 

TRASPORTI NEI COMUNI A CINQUE STELLE

Nel settore dei trasporti occorre intervenire sia a livello tecnico, incentivando lo sviluppo di mezzi di trasporto più efficienti e meno inquinanti, sia a livello organizzativo, favorendo lo sviluppo dei mezzi di trasporto pubblici e disincentivando l’uso dei mezzi privati soprattutto nelle aree urbane fortemente congestionate.
Definizione di un piano di trasporti pubblici non inquinanti da parte di ogni Comune sia per l’area comunale che in riferimento ai collegamenti esterni al Comune.
Dotazione di una rete di piste ciclabili “sicure” che consenta di raggiungere i punti di maggior interesse pubblico, esempio scuole, ospedali, municipi, ecc
Istituzione di parcheggi comunali per le biciclette.
Introdurre la possibilità di parcheggiare le biciclette all’interno dei condomini.
Pedonalizzazione dei centri cittadini.
Trasporti di collegamento con tra l’area urbana e le aree disperse sul territorio, ad esempio nelle comunità montane.
Favorire con apposite convenzioni i servizi di car sharing e di bike sharing.
Definire un tempo di carico scarico delle merci nelle città in orari prefissati, ad esempio dalle 6.30 alle 7.30 del mattino.
Diminuzione delle tasse comunali, da definire da Comune a Comune, per chi non possiede un’auto privata.
Piano urbano per la mobilità dei disabili.
Finanziamenti a strutture private che operano nel trasporto dei disabili.
Forte inasprimento delle sanzioni e eventuale ritiro dell’auto per un periodo da tre a sei mesi per chi parcheggia sugli scivoli per i disabili.
Agevolazioni per l’insediamento di punti pubblici di telelavoro.
Navette pubbliche per il trasporto dei bambini a scuola.
Lo sviluppo di un trasporto pubblico con una forte valenza sociale è una importante fonte di riduzione dei consumi di fonti fossili e di impatto ambientale con ricadute sulla salute dei cittadini.

 

AMBIENTE –  Uso del territorio, edilizia, urbanistica

“Nell’ottica della decrescita la politica energetica va indirizzata prioritariamente verso la riduzione dei consumi, che per più del 50 per cento sono costituiti da echi e aumentare l’efficienza è il pre-requisito per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, perché la diminuzione della domanda di energia:
– accresce il loro contributo percentuale alla soddisfazione del fabbisogno
– libera grandi quantità di denaro che può essere reinvestito nel loro acquisto.
Se il paradigma della crescita non viene messo in discussione, la politica energetica viene impostata sulla ricerca illusoria di fonti rinnovabili illimitate e pulite che siano in grado di sostituire la carenza crescente di fonti fossili, eliminando al contempo l’impatto ambientale che generano. Il contesto culturale di riferimento di questa impostazione è l’ossimoro dello sviluppo sostenibile. In questo contesto la riduzione dei consumi ha un ruolo accessorio e si limita per lo più a richiami moralistici sulla necessità del risparmio energetico ottenibile con comportamenti improntati alla sobrietà.

1. Blocco delle aree di espansione edilizia nei piani regolatori delle aree urbane. Incentivazione delle ristrutturazioni qualitative ed energetiche del patrimonio edilizio esistente. Concessioni di licenze edilizie soltanto per demolizioni e ricostruzioni di edifici civili o per cambi di destinazioni d’uso di aree industriali dimesse, previa destinazione di una parte di esse a verde pubblico;
2. Formulazione di allegati energetici-ambientali ai regolamenti edilizi vincolanti la concessione delle licenze edilizie al raggiungimento degli standard di consumo previsti dalla Provincia autonoma di Bolzano (classe C: 70 kWh al metro quadrato all’anno);
3. Espansione del verde urbano nell’ottica di una riduzione dello squilibrio complessivo tra inorganico e organico, con fissazione di percentuali annue di incremento, al fine di:
– migliorare i microclimi urbani,
– aumentare l’alimentazione delle falde idriche riducendo ’impermeabilizzazione dei suoli,
– potenziare la fotosintesi clorofilliana per incrementare l’assorbimento CO2;
4. Valutazione strategica dell’impatto ambientale per qualsiasi intervento sul territorio;
5. Uso nell’edilizia di materiali locali, per quanto possibile, e riuso di materiali provenienti dalle demolizioni;
6. Recupero delle acque piovane canalizzando i flussi delle grondaie in serbatoi di accumulo per sciacquoni e irrigazione;

7. Divieto di costruire parcheggi per edifici destinati ad attività lavorative, divieto totale di sosta nelle strade dei centri storici a eccezione dei residenti e destinazione agli stessi dei parcheggi sotterranei esistenti.
8. Dotazione obbligatoria di impianti fognari dove sono ancora assenti
9.Impianti di depurazione obbligatori per ogni abitazione non collegabile a un impianto fognario, possibilità di contributi/finanziamenti comunali per impianti di depurazione privati
10. Controllo periodico (almeno annuale) delle acque presenti nel territorio comunale (fiumi, torrenti, rogge, ecc) con la pubblicazione dei risultati”.

 

 

ACQUA

1. L’acqua deve rimanere pubblica
2. Definire una quantità pro-capite giornaliera minima gratuita e far pagare il surplus a costi crescenti in relazione alla crescita dei consumi
3. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni: obbligo del doppio circuito, acqua potabile per gli usi alimentari e non potabile per gli altri usi, obbligo di usare l’acqua piovana per gli sciacquoni
4. Obbligo del recupero delle acque piovane in vasche di accumulo
5. Incentivazione, dovunque sia possibile, degli impianti di fitodepurazione
6. Ristrutturazione della rete idrica per ridurne le perdite, con gare d’appalto che consentano di trasformare i risparmi sui costi di gestione in quote d’ammortamento degli investimenti (sul modello delle esco)
7. Rilevazione semestrale inquinamento corsi d’acqua nel territorio comunale con eventuale denuncia alle autorità competenti;
8. Obbligatorietà di adozione dei depuratori (in assenza di rete fognaria) nelle abitazioni civili e nelle aziende con possibile contributo economico comunale;
9. Promozione uso acqua potabile comunale;
10. Promozione detersivi a basso livello di inquinamento.

 

CONNETTIVITA’

1. Cittadinanza digitale a ogni residente;
2. Favorire l’Introduzione di ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso della Rete e, allo stesso tempo, pretendere la diffusione dell’ADSL;
3. Diffusione di punti Wi Fi nel territorio del Comune per una massima copertura, in particolare delle aree di maggior frequentazione;
4.Servizi comunali disponibili, ogni volta che questo sia possibile, via Internet;
5. Consigli comunali pubblici in diretta streaming via Internet;
6. Incentivare la creazione di aree di telelavoro;
7. Promuovere on line, con il concorso delle diverse aree produttive e di servizi, l’offerta presente nel Comune;
8. Punti di accesso alla Rete nei posti pubblici, ad esempio le biblioteche
9. Promuovere corsi di informatizzazione e Internet;
10. Dotare le scuole comunali di strutture per l’accesso a Internet (pc, stampanti, ecc.) da parte di studenti e insegnanti.

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18/10/2010: Il Movimento c’è !

Utilizziamo l’articolo di Francesco Monte  e Alessandra Consolazione e  li ringraziamo per l’attenzione riservataci.

 

Serata 5 stelle del 18/10/2010

  Dopo il successo delle regionali 2010 in Emilia Romagna, il Movimento 5 Stelle lanciato nel 2008 da Beppe Grillo arriva anche a Castelfranco. L’embrione del gruppo è stato presentato lunedì 18 ottobre nella sala congressi della biblioteca comunale, nel corso di una serata alla quale hanno partecipato il consigliere regionale del Movimento Andrea Defranceschi, , e i coordinatori locali Antonella Franchini e Giuseppe Guicciardi assieme al portavoce dell’area nord  Raffaele Ganzerli e quello dell’area Sud Giovanni dell’Orco ) con la gratuita sponsorizzazione dell’acqua del sindaco “S. Rubinetto”.

Presentazione del Movimento:  partendo dalla genesi nel primo Meet Up Modenese nel 2005, gruppo a-politico di discussione sul web che ha poi portato ai primi V-day ed alla promozione di raccolte di firme (milioni di firme che però giacciono a tutt’oggi in qualche cassetto del Parlamento a Roma ).

Dal Meet Up si è passati nel 2007 ad una struttura associativa che ci rendesse  riconoscibili giuridicamente  nei confronti delle Istituzioni  e successivamente nel 2008 alla costituzione di un gruppo attento alle tematiche politiche del territorio attraverso la nascita di una lista civiche certificata 5 stelle, che nel suo programma ha anteposto 5 temi preponderanti (le 5 stelle: ambiente, acqua, sviluppo, connettività e trasporti) da sviluppare in sinergia con i comitati zonali.

Alle amministrative del 2009 in Italia sono stati eletti 30 consiglieri del Movimento nelle 5 regioni in cui si sono presentate le nostre liste e, alle regionali, nel 2010, sono stati eletti in Emilia Romagna 2 consiglieri che, in un’assemblea regionale del Movimento hanno poi deliberato una novità assoluta a livello politico: la decurtazione del proprio stipendio mensile da 13 mila euro a 2.500 euro e il rifiuto dei rimborsi elettorali.

Sempre nel 2010, il Movimento ha sostenuto il Comitato per l’Acqua Pubblica, partecipando alla raccolta di oltre un milione di firme per i referendum contro la palese privatizzazione del servizio idrico).

Perché non ci siamo presentati a Castelfranco nel 2009 ? – Perché non eravamo ancora strutturati sul territorio e qui a Castelfranco c’era già una della lista “cave” alla quale non volevamo creare problemi.

Mancavamo di coordinamento con gli altri Comuni. Oggi non è più così, siamo in grado di portare avanti progetti e azioni in modo efficace e sinergico con gli altri gruppi 5 stelle del territorio e con i comitati che condividono le nostre tematiche, beneficiando della capacità di intervento dei due consiglieri in Regione”.

Una larga parentesi è stata dedicata al tema del riciclo dei rifiuti, promuovendo la visita al Centro Riciclo di Vedelago organizzata da Giovanni dell’Orco (il 23 ottobre 2010, nello stesso giorno in cui Hera – in contrapposizione – ha organizzato una visita all’inceneritore di Modena), evento al quale sono stati invitati assessori e sindaci della zona senza che però sia stata ottenuta da parte loro alcuna risposta o richiesta di maggiori informazioni.

Si è poi passati ai problemi locali: tra questi la realizzazione dell’impianto fotovoltaico a Castelfranco, per il quale, si dovrebbero ridiscutere le modalità di realizzazione per quanto riguarda gli investimenti e le ricadute economiche locali”.

Altra problematica appena accennata è stata quella dell’ospedale, con riferimento al libro di Tosi edito da La Carbonara.

Si è poi parlato della mobilità nel tratto Castelfranco-Modena: ogni giorno un lungo serpentone di lamiere vuote e sedili vuoti che intasano le strade. In risposta a ciò, è stato proiettato un filmato di presentazione di Jungo (www.jungo.it), un programma di “autostoppismo legalizzato” già in fase di realizzazione in Trentino. Jungo si fonda infatti sul principio di affidarsi allo spontaneo flusso del traffico quotidiano, permettendo sia agli autostoppisti che a chi presta il passaggio di viaggiare in sicurezza e sfruttare i posti liberi in automobile. E con un piccolo guadagno monetario.

Gli ultimi due temi locali, anche questi appena accennati, quelli delle cave e delle scuole.

Una ulteriore parentesi è stata dedicata all’obiettivo 20-20-20 riguardo alla politica europea sulle energie rinnovabili ed è seguito uno spezzone tratto da un servizio di Presa Diretta in cui si evidenziava la differenza di impegno della politica riguardo al questo tema fra Governo tedesco e Governo italiano. Impegno sicuramente nobile, ma Castelfranco Emilia non compariva da nessuna parte.

Il portavoce dell’area Nord Raffaele Ganzerli ha infine esposto le problematiche legate alla realizzazione di due centrali a biomassa nella zona dell’ex zuccherificio di Finale Emilia e dell’autostrada Cispadana che vorrebbe collegare la bassa reggiana da Reggiolo fino a Ferrara. Anche qui un ennesimo timido accenno alla stretta realtà castelfranchese: la realizzazione di tale autostrada potrebbe portare ad un ulteriore sfruttamento delle cave locali.

Molte quindi le tematiche affrontate in questo primo incontro, c’è la volontà di formare un collettivo in rete (e non solo nella rete virtuale).  La direttrice è la politica in mano alla gente, alla gente che propone idee, che presenta le problematiche, che “istruisce” e plasma la materia grezza di questo Movimento che poi compirà i dovuti primi passi, forte dei due consiglieri regionali e su quei cardini delle “5 stelle” da cui sviluppare le interazioni auspicate.

Peculiarità di questo gruppo in formazione è comunque il sapiente utilizzo dei mezzi di comunicazione ed in particolare le piattaforme internet, da Google Wave a You Tube, da Facebook a Twitter: “ L’unica informazione garantita e che non subisce filtri è quella su internet. E’ per questo che diventa importante il discorso della connettività a livello nazionale”. Internet = trasparenza e partecipazione.

Si cerca dunque la collaborazione di chiunque abbia idee… “anche semplici, purché si abbia voglia di cambiare e DI FARE”, come ha detto il consigliere regionale Defranceschi ribadendo l’invito a cooperare per costruire una fabbrica del futuro sostenibile, a Castelfranco, perché “I cittadini si devono svegliare. Il decennio dei reality show è terminato. Il cittadino deve diventare protagonista e imporsi in questo mondo usa e getta, uscendo dal ruolo passivo e produrre idee per migliorare le condizioni socio-ambientali che sono via via diventate sempre più critiche”.

Dopo questo primo “lancio”, il neo-Movimento 5 Stelle di Castelfranco Emilia si propone di organizzare assemblee a partecipazione libera con cadenza periodica, che possano portare alla maturazione di questa ancora giovane creatura.

 

 

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