Archivi categoria: Lavoro
Lavoro
CENTRO STORICO A 5 STELLE
La Via Emilia, punto cruciale, un indotto per i commercianti ormai stretti da una morsa fiscale che non lascerà loro scampo.
Abbiamo diverse idee a riguardo.
In questi anni, tramite l’associazione Centro Vivo si è cercato di dare una scossa a questo nostro paese stanco,ma gli eventi organizzati, sono sempre poco pubblicizzati e sostenuti dall’amministrazione anch’essa stanca, non connessa alla necessita’ di intervenire per cambiare qualcosa in un centro ormai spento. In un articolo sui fatti nostri datato luglio 2013 , un nostro concittadino Luca Prandini, Presidente di Confcommercio per la zona di Castelfranco Emilia, descrive il paradosso di vantarci di un centro storico invidiabile che eprimerebbe il centro commerciale naturale che tutti vorrebbero avere. Godiamo di una invidiabile posizione geografica, in terra di motori, di tortellini, lambrusco, aceto balsamico e grana basterebbe fare rete tra i vari Comuni e le varie case auto-moto per stringersi in un autentico progetto di promozione del territorio. Il centro storico trascurato e l’arredo urbano scadente non invita a trattenersi e senza una valida offerta commerciale, non c’è patrimonio artistico – culturale che tenga . Noi M5S siamo per il cambiamento e finalmente forse qualcosa cè….. un progetto che sta’ nascendo proprio in questi giorni in una possibile unione a sei Comuni: San Cesario, Castelfranco Emilia, Nonantola, Bomporto, Bastiglia e Ravarino. Il percorso avviato un anno fa (L.R. 21 del 2012).
Con riferimento al riordino Istituzionale e in prospettiva di un diverso ruolo e del superamento delle Province, questo progetto è stato presentato il 16 gennaio dallo studio definito, Anci Regionale, a tutti i Sindaci, Associazioni Economiche e Sociali uniti insieme a Modena per intraprendere un’ area intercomunale metropolitana.
Noi del Movimento 5 Stelle siamo in sintonia con le parole del Presidente e pensiamo che per la Via Emilia e il Centro Storico sia arrivato il momento di cambiare vestito!
Prioritario il cambio dell’ illuminazione del centro storico sostituendo l’attuale “fonte di illuminazione cimiteriale” con luci led ad hoc (risparmio + guadagno in decoro) Chiediamo a gran voce la pedonalizzazione permanente della zona fronte Chiesa Santa Maria, via della Vittoria, ed estesa a tutta Piazza Garibaldi , via Ripa Inferiore completamente, mentre via Dondi, fino alla sede della Polizia Municipale. L’ ingresso al parcheggio davanti al Comune avverrebbe tramite via Circondaria Nord , mentre per quello di Piazza Bergamini l’accesso sarebbe da via Garagnani.
Innanzitutto proponiamo nelle serate dei mesi estivi (Giugno, Luglio, Agosto e Settembre, come succede già per la Festa di San Nicola e la Sagra del Tortellino) la chiusura della Via Emilia dalle ore 19.30 alle 24.00.
Tutto questo potrebbe essere fattibile nei fine settimana, con libera adesione degli esercenti e senza obbligo di apertura. Quanti di noi, si sono sentiti piu’ liberi nelle poche e sporadiche chiusure delle via Emilia, ascoltando bella musica, avendo il bambino a vista, in sicurezza, mentre mangia lo zucchero filato facendo una “vasca” chiacchierando con gli amici , tra mostre, offerte dei negozi e varie attrazioni ?
Cosa stiamo ancora aspettando?
Non pensiamo ad un Viale Ceccarini (Riccione), guardiamo realta’ piu’ simili alla nostra, come Spilamberto, Vignola, Castelvetro ecc.. il centro quasi totalmente pedonale, risulta piu’ animato, piu’ vivo!
I problemi che si pongono per la realizzazione di cio’ sono molteplici ma risolvibili. Uno dei pretesti sembra che sia la Polizia Municipale … che arriccia il naso perche’ dovrebbe istituire turni straordinari per vigilare la chiusura e la sicurezza ma se è per questo si potrebbe ovviare coinvolgendo volontari formati a vari compiti (chiusura Via Emilia, viabilita’,parcheggi ecc..); non scordiamoci poi dei nostri bravi cittadini, agenti di protezione civile, volontari croce blu, volontari attraversamenti pedonali davanti le scuole…se si vuole si puo’ fare!
Ci chiediamo quindi se non sia invece il solito scaribarile preso a preteso da chi non vuole cambiare nulla …
Altro problema e’ che, i commercianti stanchi ormai della giornata muffa e priva di passaggio, non vedono l’ora di infilarsi le pantofole … mentre avendo piu’ elasticita’ … è questo il momento di cambiare vestito , con i bar che possono dare il meglio di se’ con tavolini e musica , i negozianti a rotazione potrebbero organizzare sfilate, nuove collezioni, sconti collettivi, assaggi gastronomici, giochi e gonfiabili per bambini ecc…In tutto questo naturalmente, l’amministrazione dovrebbe tendere una mano ai commercianti, chiedendo un minimo per l’occupazione del suolo pubblico visto che potrebbe integrare instituendo parcheggi serali gestiti a pagamento , magari lontani dal centro e raggiungibili con servizio di trenino ecologico. Si potrebbe inoltre dare spazio a punti informativi del comune e delle varie associazioni creando spazi culturali dedicati alle varie etnie presenti sul territorio. Non scordiamo il “gemellaggio con Marktredwitz” ridotto in una breve apparizione durante la sagra del tortellino, mentre noi pensiamo in una vera occasione di scambio, culturale, artistico, sociale, creando un Erasmus paesano di interscambio tra Europei, con possibilità di pacchetti viaggio mirati sul territorio.
Altra questione il mercato bisettimanale attualmente per 2 giorni occupa la via Emilia e alcuni cittadini lamentano problematiche riguardo la viabilità e al mancato via e vai, si potrebbe per esempio 1 giorno delocalizzarlo e valorizzare cosi’ altri quartieri, per esempio: nel piazzale al “venturina 2”, nel parcheggio a fianco al cimitero vecchio, in quello dello stadio o area zona cupole o ancora nel campetto alla mezzaluna. Parlando di valorizzare le frazioni e altri quartieri si potrebbero dare spazio a mercatini rionali sul riciclo, hobbystici, filiera corta, vintage ecc.ecc. Le cure e le soluzioni ci sono per risollevare il morale e gli affari, tutto questo potrebbe essere un progetto utopistico, irraggiungibile ma siamo noi i primi a dire che in questa povera Italia, la Solidarieta’,l’Unione e la Civilta’ ci obbligano a responsabilita’ che vanno ben oltre la cura del proprio giardino di casa.
Volere è potere !
tassi agevolati post-terremoto
COMUNICATO STAMPA
17 Luglio 2012 TERREMOTO Favia: “Tassi agevolati per le imprese? Una bufala Banche scorrette, hanno applicato i tassi consueti”
Interrogazione M5S:
è nato il comitato unico per la gestione di tutti gli interventi
a favore delle imprese?
“Alle parole, strano ma vero, non sono seguiti i fatti.
Gli accordi stipulati fra Regione, Unioncamere e istituti bancari
non sono stati rispettati” – dice Giovanni Favia,
Consigliere del Movimento 5 Stelle –
“Il patto infatti prevedeva che le banche avrebbero concesso linee di
finanziamenti a medio-lungo termine a tassi agevolati,
per intenderci fra l’1,2 e l’1,5%.
Ne sono seguiti annunci su annunci ma i fatti hanno smentito le parole.
Gli istituti bancari infatti hanno erogato finanziamenti al 4%, o 4,5%,
applicando le stesse condizioni pre-sisma.
In molti casi, addirittura, hanno respinto la richiesta di denaro.
Insomma” – spiega Favia – “un atteggiamento ostruzionistico del quale
chiediamo conto alla Regione, una delle parti in causa.
Fra l’altro” – conclude il Consigliere M5S - “ci piacerebbe essere informati
se sia stato costituito il famoso comitato unico per la gestione di
tutti gli interventi a favore delle imprese.
Servirà, vista la quantità e la varietà di aiuti da coordinare.”
GIOVANNI FAVIA Consigliere Gruppo Assembleare Movimento 5 Stelle-Beppegrillo.it Emilia-Romagna
Futura “razionalizzazione” delle scuole
Postiamo uno stralcio dell’articolo pubblicato dalla gazzetta di modena del 28/11/11. a pag.10 che ci ha fatto avere in copia il gentilissimo Sig. Lino Andreozzi a nome del PRC di Castelfranco.
E’ da qualche lustro che il maggiore partito dell’ex opposizione avanza, nelle sue proposte per la crescita dell’economia, l’idea di una maggiore liberalizzazione, soprattutto nel settore dei servizi al cittadino.
La potente voce dell’emiliano Bersani, a più riprese, ha lanciato il grido d’allarme intravvedendo nella liberalizzazione, una più ampia liberalizzazione, una delle chiavi per uscire dalla crisi.
Ora, dopo la bufala Marchionne, decantato da lui stesso e dalla banda dei migliori come Fassino, D’Alema, Chiamparino, Veltroni, Letta e via elencando, alla luce dell’ultima dichiarazione dell’a.d.: la Fiat può lasciare l’Italia, si può ancora avere credibilità per un partito che non ne azzecca una?
Ebbene, a Modena avviene che si concretizza ciò che Bersani e il suo partito vanno reclamando.
In un incontro tra sommi esponenti della Giunta e della Legacoop, è stato chiesto esplicitamente questo al Comune: …ai privati va data la gestione degli asili, delle scuole e delle strutture di assistenza. Ciò comporterebbe, a loro dire, una significativa razionalizzazione dei costi, pur in presenza di un elevato livello di professionalità e qualità.
Ora noi, di fronte alla forte parola “razionalizzazione”, avendone esempi eclatanti nella scuola, dove con la “razionalizzazione” si è provveduto a sfasciarla dal punto di vista proprio qualitativo e professionale, come è stato analiticamente attestato dall’istituto scuola Fiat, ci chiediamo: come sarà possibile arrivare ad un elevato livello di questi servizi con una gestione improntata ai tagli, pardon alla “razionalità”?
Questi si vergognano anche di usare i termini appropriati in certi contesti, perché, forse, preoccupati di impopolarità se esprimessero chiaramente le loro intenzioni reali. Ma, volendo essere possibilisti, ci domandiamo su chi peserebbe la razionalizzazione, considerando che i servizi saranno di alto livello qualitativo e professionale.
Abbiamo il vago sospetto che a pagare sarebbero gli operatori, gli addetti al lavoro, i salariati. Ciò ci viene da esperienze già esistenti di così dette coop di pulizie, di servizi mensa e vari altri ai quali abbiamo assistito nella nostra carriera docente.
Abbiamo verificato elevati ritmi di lavoro, striminziti tempi di esecuzione, paghe orarie modestissime .
Il dato più preoccupante si riscontra nel silenzio delle lavoratrici e dei lavoratori che, in momenti confidenziali, lamentavano la loro situazione che non potevano denunciare nemmeno ai sindacati di categoria, pena la messa in condizione di dimettersi.
Il Movimento 5 stelle concorda e si affianca al dissenso sopraesposto, conscio del prossimo aggravarsi della situazione già disumanamente “razionalizzata” oltre misura.
Giù le mani dal 25 Aprile – 1° Maggio e 2 Giugno
Da Emilia Romagna 5 Stelle
La Manovra finanziaria che dovrebbe togliere l’Italia dalle secche è ingiusta e inutile.
La Casta di questo Governo ha toccato veramente il fondo se pensa di risollevare le sorti dell’economia italiana abolendo di fatto tre festività laiche che fanno parte della cultura, della storia e della nostra sempre più malata Repubblica democratica. Il Governo Pdl-Lega ha pensato bene di sacrificare il 25 aprile (Festa della Liberazione dal nazifascismo), il 1 maggio (Festa del Lavoro) ed il 2 giugno (Festa della Repubblica) sull’altare della logica del PIL. Il problema è che questa è la stessa logica malata che ci ha portato alla rovina. E ora dovremmo riproporla? Che credibilità può avere un Ministro che pensa di risollevare l’economia facendo lavorare anche in questi tre giorni i cittadini, spostando le festività alla domenica della settimana? Quest’anno il 25 aprile cadeva a Pasquetta (quindi già festivo) e il 1 maggio cadeva di domenica, eppure non pare che i risultati economici siano stati tanto brillanti. O no?
E i geni dell’economia che hanno suggerito di sacrificare tre ponti sull’altare della produttività e della crescita (due parole abusate e travisate) hanno pensato che, se da un lato ci sono 3 giorni in più di lavoro, dall’altro ci saranno milioni e milioni di vacanzieri in meno? Hanno pensato all’indotto del turismo dei tre ponti, che di solito spostano fra i dieci e i venti milioni di cittadini che danno fiato all’economia? E’ chiaro che il saldo complessivo per il Paese, per la nostra povera Italia, sarà negativo anche solo dal mero punto di vista economico, senza dimenticare il danno morale inflitto ai lavoratori.
Ma c’è qualcosa di ancora più subdolo in queste scelte.
Si tenta di cancellare il ricordo di chi lottò e sacrificò la propria vita, sotto ogni colore politico, contro la dittatura nazifascista; si tenta di dare un colpo di spugna alla dignità del lavoro e alle lotte operaie; si tenta di far sbiadire il ricordo della vittoria del Referendum che fece diventare l’Italia una Repubblica. Questi tre pilastri dell’Italia di oggi, che tali devono rimanere anche nell’Italia di domani, verranno del tutto rimosse in poco tempo nella memoria collettiva.
Una operazione vergognosa sotto il profilo etico e culturale, oltre che fallimentare dal punto di vista economico.
Il Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna si unisce quindi all’appello lanciato per salvare le festività del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno con tutto il carico di storia e di cultura che portano con sé.
Gruppo Assembleare Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna
***
Aggiornamento 09/2011
Le festività soppresse sono state ripristinate…
è già la seconda volta che la Marcegaglia prima e Berlusconi poi ci provano… cosa succederà alla terza ?
***
Vita operaia
Quando un operaio muore i politici di destra, di sinistra e di centro si indignano.
Quando un operaio muore non si fa più nemmeno il decreto legge.
Quando un operaio è morto Topo Gigio Veltroni ha candidato gli industriali, “ma anche”
un sopravvissuto della Thyssen Krupp.
Quando un operaio muore i politici dicono che “Da noi manca la cultura delle regole”.
Quando un operaio muore il Presidente della Repubblica ” soffre e auspica” in televisione., poi torna a dormire.
Quando un operaio muore Maroni dice “Non è colpa dei governi, perché le leggi ci sono”.
Quando un operaio muore nessuno parla della legge 30, dei precari, dei ricatti che subiscono, della legge del padrone e degli estintori vuoti “altrimenti vai a casa”.
Quando un operaio muore, oggi Bersani e D’Alema, ieri Berlinguer e Pertini.
Quando un operaio muore il padrone ha già messo i soldi da parte.
Quando un operaio muore la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di
due ore.
Quando un operaio muore la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore la colpa è che se si lamentava per l’insicurezza veniva
licenziato subito perché precario.
Quando un operaio muore è un assassinio, quasi sempre.
Quando un operaio muore faceva un lavoro a rischio, doveva succedere.
Quando un operaio muore si danno incentivi alle aziende che diminuiscono gli
incidenti e non si chiudono quelle che producono i morti.
Quando un operaio muore è perché la sicurezza è troppo onerosa per la Confindustria.
Quando un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato
sopra.
Quando un operaio muore se faceva il politico campava cent’anni.
***