Archivio dell'autore: Antonella Franchini
Presentazione Lista M5S Castelfranco
25 Aprile 2014
Oggi abbiamo finalmente concluso il lungo iter burocratico con la consegna delle 337 firme dei sottoscrittori che ci hanno sostenuto e ci hanno permesso di presentare ufficialmente per la prima volta a Castelfranco la lista del MoVimento 5 Stelle.
Un grande ringraziamento a tutti coloro che, col loro aiuto, ci hanno consentito di raggiungere questo primo, ma importante traguardo!
VINCIAMONOI
CAVE: Il Movimento 5 stelle Castelfranco dice NO alle lacrime di coccodrillo
Le dichiarazioni delle associazioni ANCE MODENA ( associazione nazionale costruttori edili) e ANIEM ( associazione nazionale imprese edili) a difesa di cavatori e cave sono inaccettabili.
Questo è quello che dicono le due associazioni:”Il Comune di Castelfranco ha redatto e imposto, unilateralmente, un accordo, o meglio un “non accordo”, che prevede a carico delle imprese oneri compensativi troppo elevati e non compatibili con l’attuale situazione economica del settore e delle relative imprese”. “Oltre a incassare gli oneri previsti dalla legge regionale (recentemente incrementati del 20%), occorre che Castelfranco riduca i gravosi oneri compensativi e soprattutto le opere correlate richiesti, rendendoli sostenibili per le imprese”..
Quindi e’ giusto che l’ amministrazione comunale di Castelfranco, si chiede il MoVimento, dia il via ai cavatori, regalandogli il nostro territorio, deturpando aree agricole, guadagnando in cambio promesse di rotonde e falde inquinate?
MA STIAMO IMPAZZENDO? In Emilia Romagna i canoni di concessione versati dalle aziende specializzate nell’estrazione di ghiaia alla Regione oscillavano tra i 46 centesimi e i 57 centesimi al metro cubo; ora la giunta Emiliana-Romagnola ha autorizzato un aumento del canone che passerà da 0,57 a ben 0,70 euro al metro cubo con effetto dal 2014: questo francamente sa di burla ! Addirittura per le concessioni precedenti si procederà ad un’applicazione progressiva dell’aggiornamento delle tariffe tra il 2014 e il 2016; in questi casi oltre al canone già in vigore dovrà essere corrisposta una maggiorazione pari ogni anno ad un terzo della quota d’aumento, fino al raggiungimento della nuova tariffa.
Tariffe tra l’altro che erano invariate dal lontano 1992!
Basti pensare che, secondo una ricerca di Legambiente del 2011, in Italia l’estrazione della ghiaia è un business a nove zeri. Se ogni anno alle regioni arrivano in tutto circa 36 milioni di euro dagli oneri di cava, le ditte guadagnano dalla vendita del materiale estratto (che serve per produrre cemento e calcestruzzo, ingredienti base per costruire case e strade) quasi trenta volte tanto, ossia 1 miliardo e 115 milioni di euro. In questo contesto, l’Emilia Romagna, con le sue 296 cave attive, è la prima regione per quantità di argilla estratta: più di 1,2 milioni di metri cubi, su un totale di 8,4 milioni.
Ma il colmo è che sarebbero addirittura i cavatori a preventivare ed a eseguire i lavori di ripristino e le opere urbanistiche, spesso di sola utilità viaria per i cavatori stessi, con il rischio di capitolati gonfiati a discapito di noi cittadini.
A tal proposito Andrea Defranceschi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, aggiunge “Forse c’è il timore di andare a danneggiare gli interessi di alcune aziende, che anni fa hanno finanziato l’ascesa politica di alcuni esponenti del Pd in Regione”. Il riferimento è alla ditta Frantoio Fondovalle di Modena. Nel 2000, secondo De Franceschi, l’azienda modenese contribuì alla campagna elettorale dell’attuale assessore alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli. “Dopo aver fatto il piano delle attività estrattive, quando lavorava alla Provincia di Modena, si è visto finanziare la campagna elettorale per entrare in Regione” e ora, guarda caso è neo candidato a Sindaco di Modena.
Noi del MoVimento 5 stelle siamo per la salvaguardia dell’ambiente, pensando al territorio che lasceremo in eredità ai nostri figli. Abbiamo l’obbligo di tutelare un paesaggio agricolo tra i più fertili d’Italia, spesso anche zona di ricarica delle falde acquifere, soprattutto alla luce della difficile situazione socio economica in cui versa il paese e che ha causato la stagnazione del mercato degli immobili e quindi la richiesta di materiali edili , come la ghiaia, non più necessari.
STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO!
MOVIMENTO 5 STELLE – CASTELFRANCO EMILIA.
Incontro aperto a tutti i simpatizzanti
Lunedì 25 Novembre – ore 21,00
saletta Don Ferdinando Casagrande
(sul retro della Biblioteca)
Banchetti “Sagra del tortellino”
Saremo presenti alla Sagra del tortellino con tutte le news ed il nuovo sondaggio “sanità”
Vi aspettiamo davanti alla Chiesa di S. Maria nelle seguenti date e orari:
Giovedì 05 Settembre dalle 20.00
Domenica 08 Settembre dalle 20.00
Lunedì 09 Settembre dalle 20.00
Giovedì 12 Settembre dalle 20.00
Venerdì 13 Settembre dalle 20.00
Sabato 14 Settembre dalle 20.00
Domenica 15 Settembre dalle 10 ad oltranza ……
Partecipate !!!!
Speciale Democrazia Diretta (Seconda Parte)
Oggi “democrazia diretta” significa che i cittadini, di propria iniziativa o sulla base di una disposizione obbligatoria stabilita dalla Costituzione, hanno il diritto di decidere direttamente su questioni politiche sostanziali tramite consultazioni popolari, cioè indipendentemente dalla volontà e dalle preferenze del Governo o del Parlamento.
La democrazia diretta conferisce ai cittadini dei poteri decisionali, cioè le procedure di democrazia diretta sono procedure intese a favorire la condivisione del potere. Questo criterio significa, in un senso più ampio, che la democrazia diretta conferisce più potere e autorità ai cittadini.
La democrazia diretta comprende tre tipi di procedura:il referendum, l’iniziativa e la proposta alternativa. Per ogni tipo di procedura si possono distinguere diverse forme, le quali a loro volta possono essere istituzionalizzate in vari modi.
La Democrazia diretta in Italia
Un esempio di forti carenze è l’Italia, Paese in cui la corte costituzionale ha legittimato meno di 67 referendum popolari su 141 richiesti con almeno 500 000 firme. Inoltre, oltre 20 referendum su 75 referendum popolari nazionali organizzati tra il 1946 e il 2008 furono ritenuti nulli a causa del mancato raggiungimento della partecipazione necessaria del 50% degli elettori registrati. Oltre a ciò, fu dimostrato che tra i milioni di nomi presenti nel registro elettorale comparivano anche quelli di persone decedute.
Simili errori minano la legittimità democratica della partecipazione diretta dei cittadini. Il sistema che prevede un numero minimo di partecipanti infatti «premia» gli astenuti piuttosto che coloro che partecipano attivamente.
Nonostante tali difetti siano noti alla maggior parte dei partiti politici italiani, essi sono sfruttati attivamente per controllare il meccanismo dei referendum popolari. Curiosamente, le riforme della democrazia diretta sono state avviate in molte regioni italiane, soprattutto al nord, dove nel 2009 gli abitanti dell’Alto Adige hanno potuto esprimersi su tre opzioni per migliorare il loro sistema in relazione alle iniziative e ai referendum. L’opzione è introdotta con la maggioranza dei voti a favore al raggiungimento del numero minimo di partecipanti del 40% +1.
Conclusioni ed azioni future
La popolazione nella maggior parte dei Paesi europei si rende conto che il processo decisionale viene esercitato con poca democrazia e ha in gran parte perso la sua fiducia nella natura democratica delle istituzioni. Comunque non si deve pensare che questo strisciante processo di perdita di fiducia possa continuare così per sempre.
Un governo che ha perso la fiducia della maggioranza dei cittadini, ha già perso di fatto la sua legittimità. Non c’è praticamente nessun paese occidentale in cui non ci sia una maggioranza del popolo (di solito larga) che non voglia la democrazia diretta. Da sondaggi d’opinione tenuti tra i politici in genere appare chiaro che la maggioranza di loro sono avversi alla democrazia diretta.
Del resto l’introduzione della democrazia diretta non è l’unica questione su cui i partiti politici cambiano per abitudine il loro punto di vista a seconda della loro posizione di potere. Lo stesso fenomeno vale per la questione della limitazione sul numero di volte che un rappresentante può conservare la stessa carica. Tra gli elettori americani circa il 75% sostengono la rieleggibilità limitata.
Come MoVimento 5 Stelle da sempre sosteniamo l’introduzione della democrazia diretta a livello nazionale.
A livello locale su Castelfranco lavoreremo per aumentare il potere del cittadino all’interno delle istituzioni attraverso questi punti principali:
– Adozione del bilancio partecipativo sulla quota degli investimenti del comune strutturato in modo simile a quello di Capannori
– Serate di partecipazione “la parola al cittadino” dove le idee più votate dalla cittadinanza dovranno essere discusse dall’amministrazione
– Modifica dello statuto comunale e del regolamento di partecipazione popolare inserendo anche i referendum PROPOSITIVI (non solo consultivi ed abrogativi), abolendo il quorum (i cittadini attivi votano e decidono) e ridiscutendo le aree nelle quali sia possibile richiedere un referendum.
– Divulgare le conoscenze sulla democrazia diretta nei banchetti, attraverso serate dedicate e contribuire alla formazione civica dei cittadini
– Implementare il senso di comunità anche attraverso altre forme di partecipazione attiva.
Commissioni mensa nelle scuole
I cittadini del MoVimento 5 stelle di Castelfranco Emilia
Premesso che:
– la consumazione del pasto nelle scuole è considerata un momento di fondamentale rilevanza e valore, per le implicazioni che esso ha rispetto alla salute, alla socialità, all’educazione, quindi alla cultura in senso più ampio,
– tra gli obiettivi prioritari dell’Amministrazione comunale vi dovrebbe essere quello di garantire un servizio di refezione scolastica qualitativamente valido sotto i diversi aspetti che compongono il processo di erogazione, dalla produzione alla distribuzione,
– nell’ambito di tali obiettivi, il contributo dei genitori può concorrere positivamente a migliorare la qualità del servizio di refezione scolastica e a sviluppare azioni di educazione alimentare verificando la qualità e la quantità dei prodotti forniti ai propri figli e le modalità di distribuzione,
Considerato che
già da molti anni sono attivi in diverse scuole organismi denominati commissioni mensa che contribuiscono al miglioramento del servizio e affiancano i tecnici preposti nell’effettuazione di controlli e monitoraggi sul servizio di refezione attraverso visite nei refettori durante il momento dei pasti e sopralluoghi nei centri di preparazione degli stessi,
ritengono opportuno sollecitare la costituzione delle Commissioni composte da genitori e personale scolastico, definendone altresì modalità di funzionamento nei seguenti ambiti prioritari:
– analisi e proposte per il miglioramento della qualità del servizio
– sopralluoghi nei centri di preparazione
– visite nei refettori durante il momento dei pasti
– analisi del gradimento dei bambini
– monitoraggio della qualità con eventuali assaggi e verifiche periodiche
– azioni e proposte in merito alla educazione alimentare.
Consapevoli che tale proposta è direttamente applicabile alle scuole dell’infanzia comunali, mentre per le scuole statali, in ragione dell’autonomia scolastica, la costituzione della commissione mensa è sottoposta all’autorizzazione del Consiglio di Istituto, chiediamo di mettere in atto tutte le azioni possibili per promuoverne la costituzione.
MoVimento 5 stelle Castelfranco Emilia
Censured–vietate le riprese del consiglio !
Come cittadini del Movimento 5 stelle avevamo presentato richiesta scritta in data 28/03/2013 per effettuare le riprese del consiglio comunale come avviene negli altri comuni della provincia ma, con grande sorpresa abbiamo ricevuto in data 09/04/2013 risposta negativa.
Il consiglio comunale di Castelfranco Emilia vieta infatti espressamente di riprendere le sedute del Consiglio Comunale stesso e le relative commissioni.
Riteniamo che le motivazioni non possano che definirsi banali scuse utili esclusivamente ad impedire la partecipazione diffusa .
Purtroppo questo Consiglio si sta rendendo responsabile di gravi violazioni dei diritti fondamentali di libertà e trasparenza adducendo banali scuse quando invece la verità è chiarissima e sotto gli occhi di tutti: i nostri amministratori non vogliono far conoscere ai cittadini quello che avviene dentro i palazzi del potere.
In tempi di bavagli e di tentato oscurantismo dell’informazione, si diffonde a macchia d’olio il dilemma “Cos’ha prevalenza: la privacy (presunta o reale) dei rappresentanti nelle istituzioni o il diritto alla trasparenza gestionale degli enti eletti”?
Una premessa è d’obbligo: se una questione non viene esplicitamente normata da statuti o regolamenti comunali, non significa che non esista comunque una disciplina alla questione. In merito alla possibilità di riprendere le sedute consiliari, c’è una sentenza del Tar Veneto molto recente, la 826 del 2010, che ritiene necessaria la modifica del regolamento comunale, per normare la questione, ponendo un problema di privacy. Proprio il garante della privacy riconosce sia nel 1996 che nel 2001 come lo svolgimento delle sedute pubbliche di organi come il consiglio comunale possa essere documentato e promosso via Internet. L’unica questione posta è la necessità di dare informazione ai presenti sulla diffusione delle immagini, anche attraverso affissione di avvisi chiari e sintetici, osservando particolare cautela per i dati sensibili. L’uso di webcam viene escluso solo alle riunioni di organi che, in base a leggi o regolamenti, non sono aperte al pubblico, quali ad esempio la giunta municipale o di talune commissioni.“
C’è la norma, su cui spesso si dividono le opinioni. Ma poi esiste una questione di buon senso: i cittadini non sono solo contenitori di voti, da spremere nel periodo elettorale; non hanno solo diritto di voto, ma anche quello di essere adeguatamente informati su ciò che li riguarda; e forse i politici, a partire da quelli che più sono presenti sul territorio, eletti nei consigli comunali, dovrebbero iniziare a comprendere come il loro non sia un ruolo da “dominus”, ma da “dipendente”. La gestione della cosa pubblica come “cosa propria”, nell’era dell’informazione, dunque, è una contraddizione anche per la legge e per il garante della privacy: i consigli sono pubblici, il bilancio è pubblico come i soldi che lo compongono e le opere che si finanziano. La discussione tra i consiglieri non può restare, come in qualche caso, argomento privato o tutt’al più da tenere racchiuso dentro quattro mura: non sono nel caveau di una banca svizzera.“
Il pronunciamento” Garante per la privacy” già dell’11 marzo 2002 ha stabilito la liceità di riprendere le sedute dei consigli comunali, in quanto per definizione aperti al pubblico. Certo, il Garante stabilisce che il consiglio comunale ha facoltà di imporre un regolamento che garantisca la tutela della privacy, però il confine tra motivi di privacy e motivi di censura va ben chiarito. Altrimenti, in qualsiasi momento, ogni consigliere restio a voler far sapere come voterà e cosa dichiarerà in un consiglio comunale potrebbe appellarsi alla sua privacy, magari lamentando la sua contrarietà ad essere ripreso quel giorno per motivi personali.
Chiediamo a questo punto, nell’imminenza della variazione in atto dello statuto comunale che lo stesso venga modificato assieme al conseguente regolamento in modo che i cittadini possano riprendere gli incontri del consiglio comunale ed eventualmente delle commissioni.
Libertà è partecipazione !
Movimento 5 stelle Castelfranco Emilia
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Risposta: ModenaQui del 04/05/13
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